Abstract:
Negli ultimi anni, l’aumentata sensibilità per le problematiche ambientali ha orientato l’attenzione verso la qualità dell’aria. Gli studi epidemiologici e la consapevolezza che le condizioni di salute della popolazione siano direttamente correlate alla concentrazione di inquinanti presenti in atmosfera, hanno fatto sì che venisse affrontata più concretamente la questione delle emissioni.
In particolare le emissioni di solventi organici rappresentano un problema concreto a causa del loro ampio utilizzo in diversi settori industriali. All’interno di un contesto normativo che tutela la qualità dell’aria imponendo soglie e limiti, gli operatori dei settori produttivi devono adeguarsi a tecnologie più consone al rispetto ambientale. Una tecnica di abbattimento biologico come la Biofiltrazione può rispondere a queste esigenze sfruttando la capacità dei microrganismi di degradare i composti organici che compongono i gas esausti. Il lavoro descritto in questo elaborato di tesi è consistito nell’isolamento di microrganismi in grado di catabolizzare i più comuni solventi organici e nella verifica della loro attività inoculandoli in reattori simulanti un biofiltro. Lo scopo è stato quello di individuare popolazioni idonee all’arricchimento del pool catabolico di impianti di biofiltrazione in fase di avviamento. A partire da tre campioni si sono quindi isolati ceppi sotto la pressione selettiva positivi alla catabolisi dei composti target attraverso l’esposizione dei microrganismi al solvente in fase vapore. Successivamente ogni ceppo isolato è stato sottoposto a test di positività sulla capacità di biodegradazione della molecola induttrice attraverso un sistema respirometrico proposto da Bartha et al. (1965) che valuta l’attività catabolica mediante la produzione di CO2. Infine si è analizzata l’azione di questi microrganismi all’interno di reattori pilota simulanti l’attività di un biofiltro misurando l’efficienza di abbattimento con un sistema in discontinuo (Fialette a carboni attivi ed analisi gas-cromatografica GC FID) e con alcuni confronti con un fotoionizzatore in continuo (PID).