Abstract:
La tesi affronta il tema del potenziale carattere prociclico della bank capital adequacy, sulla base delle disposizioni di Basilea.
In presenza di una normativa che preveda in maniera inderogabile l’obbligo di un patrimonio minimo di vigilanza, qualunque sistema di adeguatezza tenderebbe a essere strutturalmente prociclico e quindi in grado di accentuare le fluttuazioni del ciclo economico. In fase di recessione, il profilo di rischio degli impieghi bancari aumenta, richiedendo maggiori requisiti patrimoniali. Tale situazione potrebbe condurre una banca a rivedere la propria offerta di credito al fine di rispettare il rapporto minimo fra capitale e attivo ponderato, o evitare condizioni di rigidità. Una diffusa riduzione dell’offerta di finanziamenti bancari aggraverebbe così la congiuntura in corso: la stabilità del sistema finanziario verrebbe minacciata e la ripresa dell’economia subirebbe rallentamenti.
Il primo Capitolo descrive le problematiche generali della prociclicità, facendo un confronto fra il Primo Accordo sul Capitale (Basilea 1), in cui il fenomeno era limitato ai soli crediti in sofferenza, e il Nuovo Accordo (Basilea 2), dove si passa a una regolamentazione risk-sensitive attraverso il meccanismo dei rating.
Nel secondo Capitolo si entra maggiormente nel dettaglio, fornendo una valutazione accurata dei possibili effetti prociclici dei fattori di ponderazione del rischio di credito nell’ambito sia del metodo standard, sia del metodo dei rating interni. Una parte importante è dedicata alla ciclicità delle politiche di provisioning e allo standard contabile internazionale IAS 39, che non riconosce la registrazione prudenziale in bilancio delle perdite attese collegate a eventi futuri, indipendentemente dalla loro probabilità di accadimento.
Infine, nel terzo Capitolo si riepilogano le misure anticicliche più rilevanti adottate dal Comitato di Basilea e dall’International Accounting Standards Board, in risposta alla crisi finanziaria iniziata nel 2007.