Abstract:
Fin dall’Antichità la riflessione sulle tematiche economiche accompagna l’uomo, ben prima della «svolta» scientifica settecentesca. Nel basso medioevo, ed in particolare nel XIII secolo, la riflessione sull’economico assunse un rilievo del tutto particolare, ad opera dell’Ordine dei Frati Minori. I francescani rappresentarono una peculiarità assoluta, la loro «altissima povertà» diede luogo ad una riflessione intorno al discorso economico di grande spessore e del tutto singolare. Interesse, prezzo, valore, capitale, proprietà, possesso, uso, furono le principali categorie economiche oggetto di un indagine, tutta francescana, che da Bonaventura da Bagnoregio, Pietro di Giovanni Olivi, Giovanni Duns Scoto fino a Guglielmo d’Occam, caratterizzò la riflessione dell’Ordine intorno all’etica economica tra la seconda metà del XIII e prima metà del XIV secolo. I francescani misero a punto un lessico economico capace delle più sofisticate interpretazioni del reale. Un pensiero, quello economico francescano, che non si esaurì nel Duecento, ma rimodellò il rapporto dell’uomo con i beni ed il denaro per molti secoli a venire. Una profonda ed originale analisi cui i francescani sottoposero l’agire umano in chiave etico–economica.