Abstract:
Dall’analisi delle principali vicende susseguitesi nell’arco di tempo che va dal 1492, sino agli anni settanta del 1800, è possibile constatare che lo sterminio degli indiani delle Americhe fu di gran lunga il più grave genocidio della storia del mondo, e lo dimostrano secoli di battaglie e di massacri, tra i quali quello di Sand Creek e Wounded Knee.
Ma dopo il 1870 qualcosa cambiò nella politica americana, e di fatto si smise di parlare di genocidio, per constatare invece che un’altra fase era cominciata, ovvero quella della distruzione culturale.
L’etnocidio si tradusse in riforme che minavano il tribalismo, in nascita di scuole che volevano eliminare dai bambini l’indiano, da leggi che prevedevano la lottizzazione delle terre e molto altro ancora.
Infine è necessaria un’analisi della situazione attuale, a dimostrare che secoli di vicende oggi si riflettono ancora oggi nelle pessime condizioni di vita dei nativi americani, tra i quali si registrano tassi elevati di mortalità infantile, di alcolismo, di suicidio giovanile.
Attraverso la storia di Leonard Peltier, prigioniero degli Stati Uniti, si possono comprendere in quale modo si sono concretizzate razzismo e violenza nei confronti dei Nativi Americani.
Oggi questi popoli, sembrano essere stati dimenticati e lasciati nell’indifferenza totale, ma sono riusciti, nonostante tutto, a mantenere viva, ancora oggi, la loro identità culturale e spirituale anche grazie all’arte che rappresenta uno strumento ed un mezzo di liberazione formidabile per la riscoperta della propria identità culturale.
In particolare Lance Henson è uno dei Nativi che ha fatto della poesia la sua arma personale per combattere una lotta che sembra essere senza fine.