Abstract:
La tesi affronta la storia dell’Argentina contemporanea - tra il ritorno di Juan Domingo Peron al potere e la fine della dittatura militare di Jorge Rafael Videla - dal punto di vista del rapporto tra sindacato e politica, illuminando per un verso l’organico e travagliato rapporto fra gerarchie sindacali (burocracia) della CGT e governi, per l’altro la complessa dialettica fra sindacalismo di fabbrica e gruppi rivoluzionari (ERP, Montoneros).
I diversi sindacalismi argentini hanno svolto un ruolo centrale nella politica nazionale, a cominciare dal ritorno di Perón dal lungo esilio spagnolo, quando la CGT offrì una base sociale al Movimento justicialista, prima sostenendo e poi opponendosi al suo programma economico neoliberale. Dal 1976 al 1982 la CGT si configurò sempre più come un sindacato burocratico, a tal punto inserito nel potere politico da accettare il dialogo, e spesso la collaborazione, con la giunta militare, mentre sindacalismo di base e movimenti rivoluzionari tentavano di organizzare un’opposizione tra i lavoratori.
Con le sue profonde contraddizioni, il sindacalismo oficialista argentino offre spunti al dibattito storiografico sui modelli nazionali di sindacalismo e sui rapporti che il sindacato intavola con il potere politico.
La ricostruzione è basata su fonti documentarie, sulla più recente storiografia argentina e su interviste condotte dall’autore a Buenos Aires alla fine del 2012.