Abstract:
Nel contesto dell’ultimo secolo di vita della Repubblica di Venezia, caratterizzato da turbolenze in ambito politico ed economico, emerge un quadro di straordinaria vivacità: quello dell’industria editoriale. Nel ‘700 i fasti cinquecenteschi di questo settore erano ormai uno sbiadito ricordo, ma la presenza ancora attiva di una regolamentazione corporativa che garantiva privilegi di produzione e le nuove opportunità offerte dal mercato italiano e iberico consentirono la ripresa e la crescita di alcune case tipografiche. Tra queste, ecco emergere con spiccato vigore, a partire dal 1750, una ditta di terraferma, quella dei Remondini di Bassano, ovvero un pericoloso concorrente per i librai della Dominante.
Poiché questa impresa presenta connotati di originalità e unicità in un settore immobile dal punto di vista imprenditoriale, costituisce un caso di studio di particolare interesse per cogliere elementi di innovatività in un contesto di antico regime. I punti essenziali della gestione organizzativa e strategica saranno quindi interpretati attraverso la lente fornita dalle moderne teorie dell’impresa. Il caso rappresenta un primo tentativo di libera intrapresa e pone precocemente in evidenza la necessità, per un’impresa di dimensioni medio-grandi, di internazionalizzazione e di creazione di una rete relazionale/distributiva per conseguire la propria espansione.