Abstract:
Il soggetto della presente tesi magistrale è stato concepito durante il mio soggiorno a Praga, dove sono rimasta particolarmente colpita dai dipinti veneti presenti nella galleria del castello di Praga.
Ho voluto concentrare la mia ricerca in particolare sui dipinti di Jacopo Tintoretto che sono passati nelle collezioni del castello di Praga: da quelli direttamente commissionati all’artista da Rodolfo II, a quelli che vi sono arrivati successivamente con l’acquisto della collezione dei duca di Buckingham da parte dell’arciduca d’Austria Leopoldo Guglielmo dopo il 1649.
Il risultato è un nucleo totale di circa tredici dipinti eseguiti da Jacopo Tintoretto di cui oggi soltanto tre sono rimasti nel castello: la Flagellazione di Cristo, l’Adorazione dei pastori e il Cristo e l’Adultera.
Basandomi principalmente sulla Guida del Castello di Praga di J. Neumann, ho cercato di ricostruire il percorso dei singoli dipinti definendo il periodo in cui sarebbero rimasti nel castello di Praga e quindi avrebbero potuto essere visti da altri artisti come Karel Škreta e Petr Brandl.
Nei capitoli successivi spazio è dedicato ai rapporti intercorsi tra Rodolfo II e i pittori veneti, nonché a ribadire l’assoluto apprezzamento della pittura veneta da parte dell’imperatore, in particolare facendo riferimento alle sue commissioni a Paolo Veronese e probabilmente a Jacopo Tintoretto e alla cospicua presenza di pittori veneti nelle sue collezioni.
Nei capitoli successivi si è approfondita l’influenza della pittura veneziana su artisti del Barocco boemo, in particolare di Karel Škreta. Già noto era il viaggio dell’artista in Italia, di conseguenza ho rivolto la mia attenzione sul suo soggiorno a Venezia e sui suoi rapporti con i dipinti veneziani presenti nella galleria del castello di Praga dove pare avesse accesso e dove si sarebbe personalmente occupato del restauro di un dipinto di Jacopo Tintoretto.
Anche Petr Brandl è stato oggetto della mia indagine. Nonostante sia ormai certo che Brandl non uscì mai dai confini della Boemia, sono percettibili nella sua pittura elementi di influenza italiana. In particolare ho cercato di rintracciare i mezzi attraverso i quali Brandl avrebbe potuto venire a contatto con l’arte italiana, nello specifico veneziana. Sicuramente una spiegazione è da ritrovarsi nel suo primo insegnante, Christian Schröder che in Italia aveva soggiornato quattro anni, viaggiando a Roma e a Venezia. Schröder aveva libero accesso alla galleria del castello di Praga in qualità di guardiano e lì aveva copiato una serie di 43 dipinti commissionati da Gundakar Dietrichstein per il castello di Libochovice circa negli stessi anni in cui Brandl era suo allievo. Quindi anche Brandl avrebbe potuto avere accesso alla galleria e copiare i grandi maestri. Ancora da indagare è il ruolo che Brandl avrebbe avuto nella realizzazione della serie di copie per Libochovice tra le quali la maggior parte erano dipinti di artisti veneti come Veronese, Tintoretto, Bassano.
Nell’ultima parte della tesi spazio è dedicato alla figura di Christian Schröder e alla sua attività di copista in particolare per il castello di Lobochovice, ipotizzando un suo ruolo più importante nella formazione del giovane Brandl. Un capitolo che apre interessanti prospettive anche per quanto riguarda i dipinti originali che furono copiati. Confrontando l’originale nel castello di Praga con la copia di Schröder, ho già avuto modo di scoprire che la Flagellazione di Cristo di Jacopo Tintoretto è in realtà un frammento, probabilmente tagliato nel corso del XVIII secolo. Una ricerca più approfondita rivelerebbe certamente interessanti particolari, qui in appendice ci si è limitati a darne alcuni assaggi.