Abstract:
La ricerca finalizzata alla comprensione della disinfezione delle acque reflue deriva dalla necessità di scaricare reflui batteriologicamente rispondenti alla normativa vigente (D.Lgs 152/2006). Nella prima parte dell’esperienza, conseguentemente all'approvazione delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano di Tutela delle Acque (PTA) della Regione Veneto, relative al divieto (da dicembre 2012) di utilizzo dell’ipoclorito di sodio (NaOCl) in ambito di disinfezione delle acque reflue urbane, è stato studiato ed ottimizzato il sistema di disinfezione condotto tramite acido peracetico (PAA) presso l’impianto di Cittadella (PD), di proprietà dell’azienda ETRA S.p.A. Grazie alla disponibilità di questa Azienda, congiuntamente alla possibilità di accesso a diversi impianti di depurazione presenti nella provincia di Padova, è stato possibile analizzare due soluzioni impiantistiche prevedenti l’installazione di lampade battericide a raggi ultravioletti (UV). L’indicatore batteriologico preso in considerazione per valutare l’efficacia dei processi è stato il batterio Escherichia Coli, il cui limite per le acque di scarico, secondo il D.Lgs 152/2006, è di 5000 UFC/100ml. Nel contesto di protezione ambientale del corpo recettore, contro gli eventuali effetti nocivi provocati dall’acido peracetico residuo, sono stati infine condotti presso i laboratori dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto (ARPAV) dei test di tossicità acuta con il bioindicatore Daphnia Magna.