Abstract:
Il presente lavoro ha l’obiettivo di mettere in evidenza l’importanza dell’educazione finanziaria nel contesto economico finanziario attuale dove il mercato, anche a seguito della recente crisi, è continuamente instabile, turbolento e i prodotti offerti dall’industria finanziaria sono sempre più complessi e sofisticati. Oltre a questi cambiamenti di contesto bisogna anche considerare le nuove modifiche a livello legislativo che si stanno realizzando nei diversi paesi, come ad esempio le recenti riforme pensionistiche e sanitarie, che portano l’individuo a dover assumersi la responsabilità di compiere determinate scelte di investimento per pianificare il proprio futuro, oltre a quello della propria famiglia, al fine di assicurarsi un determinato tenore di vita futuro, almeno pari a quello attuale.
Il problema deriva dal fatto che a fronte di questa crescente complessità e responsabilità non si è verificato un parallelo incremento delle conoscenze e delle competenze degli investitori e ciò comporta decisioni irrazionali che compromettono il loro benessere futuro e di conseguenza anche quello dell’intera società. Per questo oggi si dibatte molto sulla necessità di investire in coordinati programmi di educazione finanziaria al fine di migliorare il livello di conoscenze finanziarie dei diversi soggetti, che si è visto essere molto basso anche in paesi ad economia fortemente sviluppata come gli Stati Uniti.
Il dibattito è molto accesso poiché non vi è ancora un’evidenza empirica assoluta sull’effettiva utilità che permetta di giustificare gli elevati costi di questi investimenti. Molti sono ancora i dubbi sui reali benefici in termini economici e sociali di queste iniziative e per questo motivo quello che si è cercato di dimostrare è come effettivamente un miglior livello di alfabetizzazione possa aiutare gli individui nel loro processo di investimento scegliendo le soluzioni più efficienti, basandosi su valutazioni oggettive e non intuitive, come la finanza comportamentale ha messo in evidenza negli ultimi anni. Il problema è che non vi è ancora una definizione generale e assoluta di cosa si intenda per educazione finanziaria e il confine tra alfabetizzazione ed educazione è molto labile tanto che alcuni li considerano come sinonimi. La nostra analisi empirica ha cercato, attraverso la somministrazione di un questionario ad un campione di 700 individui americani, di dimostrare come una maggiore alfabetizzazione, intesa come maggiori conoscenze acquisite, determini una maggiore educazione, ovvero un comportamento finanziario ottimale anche se comunque si è visto che gli individui non seguiranno mai le regole classiche suggerite dalla Teoria di Portafoglio di Markowitz, ma al massimo adotteranno un processo di diversificazione equo, quello che è stato definito come diversificazione naïve.