Abstract:
Linguista e comparativista parigino, Michel Lejeune è stato uno fra i più brillanti indoeuropeisti del XX secolo. Durante la sua carriera si è dedicato allo studio di ogni lingua classica e preclassica attestata nell’occidente indoeuropeo: fra le numerose monografie e saggi, di interesse particolare sono i contributi offerti al celtico (iberico, gallico, leponzio), al miceneo e alle lingue preromane dell’Italia antica. All’interno di una tal poliformia ed eterogeneità d’interessi, la lingua venetica assume un ruolo privilegiato in quanto il suo status si presentava tale da offrirsi come base sulla quale improntare una riflessione metodologica e modellare un sistema esegetico scientificamente posto. Il Lejeune comprende che la lingua venetica, al pari delle altre Restsprache note esclusivamente per tradizione epigrafica, faticava a liberarsi dai pregiudizi definitori ed esegetici in quanto svuotata della semantica dell’oggetto sul quale era tràdito il testo. Rinsaldando il legame ombelicale fra testo inscritto e suo supporto materiale e rivendicando il momento dell’autopsia come preliminare, reinserisce il documento epigrafico all’intero di concrete coordinate spaziali e storiche; ovvero sostenere un’analisi linguistica secondo criteri moderni e scientifici significa porre nell’approfondimento del contesto la base sulla quale impostare la ricerca. Progettando uno studio monografico e prettamente linguistico dedicato alla lingua venetica, il Lejeune comprende fin dall’inizio che lo status della documentazione era tale da non rendere possibile un lavoro di simile portata: per un ventennio accompagnerà allo studio dei testimoni noti uti singuli, saggi incentrati alla questione linguistica (nelle suoi diversi dominî). I risultati del riordino e della razionalizzazione del materiale raccolto e delle riflessioni fin qui maturate confluiranno nel 1974 nel Manuel de la Langue Vénète. Questo studio si propone di presentare l’intervento del Lejeune nell’ambito degli studi venetici, tentando un’analisi non astratta ma un confronto con il sostrato ideologico e metodologico sul quale si era formato e con il quale doveva confrontarsi. The purpose of this research is to introduce Mr. Lejeune's speech in the field of the Venetic studies, attempting to insert his opera inside the methodological and ideological background (bedrock) where he was trained and in wich he had to compare with. Michel Lejeune was a linguist and comparativist born in Paris in 1907, who has been one of the most brilliant Indo-European scientists in the XX Century. During his career he dedicated himself to the research of all the classical and pre-classical languages attested on the Indo-European West (Occident): Among his several monographs and essays are particularly relevant the contributions offered to the Celtic Lanuages (Iberic, Gallic, Lepontic), to the Micenean and to the Pre-Roman languages of the ancient-Italy. On the inside of such a plurality and hetereogeneity of interests, the Venetic Language assumes a privileged role as its status was revealed to offer itself as a base on which molding a methodological observation in order to model an interpretative system on the edited texts. Consolidating the liaison between inscribed text and its material support then reclaiming the autopsy time as a preliminary function, Lejeune reintegrate the epigraphic document within concrete spatial and historical coordinates; or rather sustaining a linguistic analysis by modern and scientific standards means putting the base in which arranging the research on the deepening of the context. For a twenty year period since the 50's he comes with the study about the known witnesses uti singuli, essaies concerning specific linguistic issues. The results of the settle and rationalization of the gathered reading matter together with the remarks operated until this point will merge on the Manuel de la Langue Vènéte in 1974.