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La presenza dei musulmani in Europa e non solo, oggi più che mai, rappresenta una vera è propria realtà, ben manifesta nella nostra società già a partire dagli anni Cinquanta.
La creazione di una nuova identità musulmana europea è stata oggetto di studi della discussa figura di Tariq Ramadan, che viene definito un “riformista dall’interno dell’Islam” in ragione della seguente proposta sociale: in base alle relazioni che i musulmani hanno instaurato con l’ambiente circostante, di completa accettazione o rifiuto, occorrerebbe coniugare il rispetto degli insegnamenti islamici con il nuovo contesto di appartenenza. Ed è proprio dal nuovo contesto di appartenenza che vorrei incentrare il mio studio basato su un tentativo di ricercare-rintracciare, all’interno del territorio nisseno, la presenza dei musulmani al fine di “collocarli” non solo da un punto di vista geopolitico, ma di conoscerli più da vicino attraverso attività, iniziative, miranti a coinvolgere gli stessi all’interno della nuova società d’accoglienza, a cui però, sembra sfuggirgli un “contatto” più stretto, vuoi per il concentrarsi nelle zone periferiche della città, vuoi per il vivere il loro Islam e il loro essere musulmani in una sfera intima, privata, nonostante la loro presenza in una nuova società d’accoglienza.
Il presente studio mira a fornire, in un primo momento, un quadro generale del “fenomeno” di “europeizzazione dell’Islam”, secondo diverse prospettive: storica, statistica, sociale, per poi avvicinarci sempre di più verso ciò che rappresenta un tentativo di ricerca sul campo, mirante a coinvolgere il territorio nisseno. La ricerca ha inizio da un’analisi, seppur sommaria, condotta a livello territoriale, per poi “incontrare” i nostri vicini di “casa”, invitandoli, in ciò che mi propongo di definire “casa della conoscenza” una casa, che però costituisce uno spazio aperto dove i migranti possano disegnare e ridisegnare la loro identità mediante attività e iniziative che li spingono ad “agire” nella società nissena “immaginandosi” e “definendosi” musulmani all’interno di una nuova realtà. Il caso specifico m’ha indotta a rivolgermi alla figura di Youssef Amraoui, cittadino nisseno d’origini marocchine, talmente integrato e ben radicato nella cultura locale da aver fondato, assieme a due coetanei, l’Associazione Culturale “La Scala di Afrodite”, un’impresa culturale entro la quale i temi dell’integrazione e della mediazione culturale sono oggetto di attività quotidiane. In particolare, attraverso il teatro dell’integrazione, ovverosia un modello di interpretazione della scena che si sostanzia nella multiculturalità e nella naturale multi etnia, designa percorsi artistici e d’apprendimento in perfetto equilibrio tra Sicilia ed Africa settentrionale. |
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