Abstract:
La presente tesi si propone di analizzare il ruolo dei musei come interpreti delle diversità attraverso l’arte contemporanea, con un’attenzione particolare alle pratiche museali “queer”. Nel primo capitolo viene esaminata l’evoluzione delle pratiche museali, tracciando un percorso che va dalla museologia tradizionale, caratterizzata da limitazioni strutturali e approcci esclusivi, verso una museologia orientata all’inclusività. Vengono quindi analizzate le definizioni, le teorie e le iniziative queer che hanno contribuito a ridefinire il concetto di inclusività all’interno dei musei, trasformandoli in spazi più aperti e accoglienti nei confronti della diversità.
Il secondo capitolo è dedicato a un caso di studio specifico: la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, indagata come esempio emblematico per valutare il grado di inclusività nelle pratiche espositive. Attraverso un’analisi delle interpretazioni contemporanee della collezione permanente e degli approcci inclusivi adottati nelle mostre temporanee, la tesi intende evidenziare come un'istituzione di rilievo internazionale possa contribuire alla promozione della consapevolezza e dell’accoglienza delle diversità.
Il terzo capitolo si focalizza sul ruolo dei public programs e dell’educazione museale nel coinvolgimento di un pubblico diversificato. Viene approfondita l’evoluzione dei programmi pubblici nei musei contemporanei, in riferimento alle iniziative della Fondazione Peggy Guggenheim di Venezia, volte a educare alla diversità sessuale e di genere.
Attraverso questa ricerca, si intende dimostrare come i musei, in particolare d’arte contemporanea, possano svolgere un ruolo cruciale nel promuovere il dialogo e la rappresentazione delle comunità queer e di altre identità emarginate, contribuendo così a una società più inclusiva e consapevole delle diversità culturali e di genere.