Abstract:
L’obiettivo di questa tesi è quello di ripercorrere la genesi concettuale della Tectologia, o "Scienza universale dell’organizzazione" (1913), del pensatore russo e sovietico Alexander Bogdanov, mostrando in che modo essa si venga a configurare come la scienza che adotta il “punto di vista del proletariato”, diventando perciò la “scienza proletaria” basata sull’unità dei metodi scientifici, in contrapposizione alla frammentazione delle scienze specialistiche, le quali si caratterizzano, invece, per formule e schemi epistemologici, nel loro contenuto specifico di classe, al modo di “scienze borghesi”. Questa genesi verrà perseguita seguendo le due fasi del percorso intellettuale di Bogdanov precedenti l’opera suddetta, vale a dire la fase giovanile relativa alla “concezione storica della natura” e la fase più matura riguardante la composizione dell’Empiriomonismo; queste fasi verranno anticipate da una ricapitolazione della concezione storico-dialettica di Engels concernente la “dialettica della natura” per evidenziare l’influsso che ebbe quest’ultimo su tutta l’opera bogdanoviana, nei metodi e nelle aspirazioni. Si attesterà, dunque, che il lavoro teorico di Bogdanov precedente la Tectologia rappresenta la realizzazione di una riduzione monistica ed energetica della conoscenza e della realtà. Tale “monismo energetico” si pone come un “epistemologia pratica”, ossia una “prassiologia”, capace, da un lato, di riaggiornare il marxismo al passo dell’ulteriore sviluppo delle scienze naturali e delle forze tecnologiche di produzione, e dall’altro di porsi come una “filosofia di transizione” verso la scienza proletaria. In questo senso, l’ultima parte della tesi sarà dedicata all’esplicazione dei contenuti epistemologici che caratterizzano la Tectologia.