Il sequestro dei beni di 'sudditi nemici' durante la Prima Guerra Mondiale: il caso della Galleria d’arte Loewi a Venezia.

Abstract

Adolph Loewi (1888-1977) fu un commerciante d’arte ebreo che nacque a Monaco di Baviera e visse a Venezia a partire dal 1911. Questa ricerca si propone di indagare la prima persecuzione di cui egli fu vittima in quanto “suddito nemico” del Regno d’Italia, dal 1916 al 1927 circa. Successivamente fu perseguitato per le sue origini ebraiche durante il regime fascista, riuscì a fuggire negli Stati Uniti d’America mettendo in salvo la sua azienda grazie all’affidamento ad Alessandro Morandotti. Non è stato possibile approfondire questo aspetto di ricerca per mancanza di fonti disponibili in territorio europeo. A partire da documenti archivistici inediti, sono state ricostruite le vicende che portarono al sindacato della Galleria “S. Gregorio” a Venezia, proprietà di Loewi, e al sequestro di alcune delle opere ivi presenti, le quali entrarono nelle collezioni di musei veneziani come la Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro, il Museo Archeologico Nazionale e il Museo d’Arte Orientale di Ca’ Pesaro grazie al lavoro del soprintendente Gino Fogolari (1875-1941). Grazie a riferimenti inventariali incrociati, è stato possibile elaborare dei prospetti esemplificativi che illustrano i luoghi di deposito e di conservazione delle opere dopo la confisca e la loro attuale collocazione.