Abstract:
In Tunisia, le donne impiegate nel settore agricolo costituiscono il 58% della forza lavoro. Nonostante il loro ruolo fondamentale nella filiera agro-alimentare del paese, queste vivono una condizione di precarietà e sfruttamento. Vi sono organizzazioni comunitarie e cooperative che stanno cercando di rispondere alle istanze di emancipazione economica delle lavoratrici e alla necessità di promuovere un’agricoltura più rispettosa dell’ambiente in un contesto in cui il cambiamento climatico sta mettendo a dura prova la popolazione rurale.
L’obiettivo che si propone questo lavoro è analizzare diversi modelli di organizzazioni femminili dell’economia sociale e solidale in Tunisia e comprendere in che misura esse consentono alle donne di emanciparsi in termini di accesso al potere economico e decisionale. L’elaborato analizza le politiche proposte dalla FAO e dallo stato tunisino dal 2011 al 2024 e presenta alcuni casi-studio. Infine, vengono esaminate le posizioni espresse dalle organizzazioni della società civile a sostegno della sovranità alimentare. Ciò che intendiamo dimostrare è che, se è vero che queste organizzazioni stanno già migliorando la vita di alcune donne, il loro potenziale risulta fortemente limitato dalle regole sociali patriarcali, dallo stretto controllo esercitato dallo stato e dalle regole del mercato neoliberale. Inoltre, anche nei discorsi delle organizzazioni a sostegno della sovranità alimentare è spesso assente una prospettiva di genere. Tale prospettiva necessita quindi di una maggiore attenzione sia da parte dei decisori politici nazionali e internazionali che da parte delle organizzazioni della società civile che lavorano all’elaborazione di modelli alternativi.