Abstract:
Cosa sono ideologia sicilianista, sicilianità, sicilitudine? In che rapporto quotidiano convivono con i/le sicilianə? Quali i primi, audaci stimoli che hanno portato alla loro teorizzazione? In che senso certa letteratura ha giocato, più o meno inconsapevolmente, da rampa di lancio a queste categorie identitarie? Questa tesi è l'esito di un arduo esperimento personale e disciplinare: è il tentativo di un'operazione etnografica pur non essendo tale in senso stretto; ed è un insieme di voci pur avendo assunto forma scritta. Voci mie e di interlocutori/interlocutrici desiderosə di aiutarmi a riflettere sulla Sicilia, sulla Sicilia dei romanzi e la Sicilia dei testi demo-etnografici, su cosa significhi essere sicilianə e cosa significhi "diventarlo". Ma anche voci di scrittori ed etnografi, quando non di scrittori-etnografi o viceversa, in costante dialogo col contesto.
Coi risultati che solo la fertile collaborazione tra antropologia e letteratura sa dare, e sulla base della categoria di persona, lo studio affronterà le fonti e le modalità con cui, nel tempo, s'è ispessita la retorica di una precisa identità isolana, che, da culturale, s'è fatta naturale e immanente, quasi una "struttura" del pensiero nell'Homo siculus (Rosengarten, 1998). Alla pars construens di primo capitolo seguirà un tentativo decostruttivo un po' alla Geertz: un'opposizione sferzante cioè a questa narrazione unica come fonte di "apparecchiature" mentali e di determinismi storico-geografici (stravaganti ma pericolosi). Attingendo a piene mani al paradigma sicilianista, ne estrapoleremo un altro, al terzo capitolo, utile ad una contrapposizione tra certa scrittura sciasciana e quella di Maria Messina: la fimmina siciliana. Infine, i colpi di coda di quarto capitolo indugeranno sull'osmosi letteratura – antropologia, nonché sulla possibilità di dire "scientifica" la letteratura stessa.