Abstract:
Con il seguente elaborato, dal titolo “Il Femminismo islamico in chiave reinterpretativa: il caso di Marocco, Afganistan, Iran e Palestina”, si cerca di trattare il tema del Femminismo islamico attraverso le lenti della teoria dell’Occidentalismo di Said, sottolineandone le contrapposizioni con il Femminismo definito come Laico o “Occidentale”, che tutt’oggi ancora fatica a riconoscere la legittimità e la rilevanza di un movimento diffusosi non solo attraverso i paesi dell’Africa e del Medioriente, bensì nell’Occidente stesso. L’obbiettivo della tesi è mostrare il Femminismo islamico nella realtà della sua lotta contro gli estremismi e i fanatismi, che vedono in determinate situazioni la donna come soggetto eternamente vincolato alle dure leggi coraniche. Ciò che le attiviste islamiche stanno tentando da diversi anni è proprio un’azione di rilettura delle sacre scritture, confluente in una sorta di reinterpretazione in chiave egualitaria, che ponga dunque entrambi i sessi sul piano della parità in ambito di diritti e doveri, senza tuttavia rinnegare i precetti della religione islamica, che rappresentano per molte femministe una questione di orgoglio e vicinanza alla patria. Per dimostrare quanto appena descritto, la tesi si avvale di tre capitoli, che vertono sullo sviluppo e caratteristiche del movimento in quattro paesi specifici, quali: Marocco, Afganistan, Iran e Palestina. Il primo capitolo fornisce in maniera approfondita un panorama generale relativo alle origini del Femminismo islamico, dimostrando come dalle sue radici insite nel colonialismo sia stato in grado di emanciparsi e acquisire una propria missione, che ha portato all’adesione di numerose attiviste e a una sua diversificata diffusione in Marocco, Afganistan, Iran e Palestina, mantenendo però come obbiettivo comune la reinterpretazione delle sacre scritture in termini di parità di genere. Nel secondo capitolo questo aspetto viene trattato in modo più dettagliato analizzando la teoria dell’Ermeneutica Femminista, di cui sociologhe e attiviste come Amina Wadud, Asma Barlas e Fatema Mernissi sono diventate fondamentali promotrici, evidenziando l’ideologia patriarcale insita nel Corano e negli Hadith. Come parte conclusiva dell’elaborato, il terzo capitolo spiega come questa rivendicazione dei diritti delle donne si sia sviluppata nei movimenti femministi di nazioni come Marocco, Iran, Afghanistan e Palestina, nonostante alcuni paesi divergano ancora oggi sul riconoscimento della Palestina come una Nazione, e del Femminismo islamico come un movimento nazionale.