Abstract:
La dislessia evolutiva è un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) che influenza la capacità di lettura e, più in generale, le abilità legate alla decodifica della lingua scritta. Viene definita "disturbo dell'apprendimento" poiché le sue manifestazioni diventano evidenti nel momento in cui il bambino inizia a confrontarsi con la lingua scritta e il suo insegnamento formale. Di conseguenza, la maggior parte degli studi che hanno preso in esame la dislessia, si sono concentrati sull’età evolutiva, analizzando le caratteristiche del disturbo in età infantile e il modo in cui esso si modifica con l’aumentare dell’età e delle competenze linguistiche. Tuttavia, il carattere evolutivo della dislessia suggerisce che essa persista per tutta la vita, e che le ripercussioni non si limitino al campo dell’apprendimento ma che si riversino in tutti gli ambiti della vita quotidiana. Nonostante ciò, l'attenzione rivolta agli adulti con dislessia è ancora limitata, sia in Italia che all’estero, e la mancanza di strumenti diagnostici adeguati a valutare la dislessia in una fascia d’età maggiore, insieme alla carenza di strumenti valutativi specifici per gli studenti universitari, evidenzia la necessità di ulteriori ricerche. Questo problema è diventato più evidente con l’aumento delle iscrizioni universitarie di studenti con DSA, favorito da leggi che tutelano i diritti di questi studenti nell’ambito accademico. Risulta quindi fondamentale ampliare le indagini sulla dislessia in età adulta per rispondere a queste nuove esigenze.
Tramite questo elaborato vogliamo iniziare un’analisi delle caratteristiche della dislessia in adulti e giovani adulti, con l’augurio che possa fornire nuovi spunti di indagine per una ricerca futura. Proponiamo quindi una rassegna di studi di tipo longitudinale, trasversale, metanalitico e neurologico di cui presenteremo la metodologia e i risultati, esaminandoli e confrontandoli per definire cosa sappiamo ad oggi della dislessia in età adulta e quali ambiti necessitano di un maggior approfondimento. Approfondiremo in particolare il ruolo dei processi cognitivi che interagiscono con il deficit fonologico, che è alla base del deficit in età infantile, i processi linguistici e le abilità fonologiche, sintattiche, pragmatiche e ortografiche. Analizzeremo anche le abilità ortografiche, le abilità di scrittura che sono state indagate al momento solo in lingua inglese, lingua che è anche oggetto di un fenomeno denominato DPER (Dyslexic Preference for English Reading), che indica la preferenza di alcuni studenti dislessici per questa lingua, appresa come L2, piuttosto che per la loro lingua madre. Infine, discuteremo di come il livello di trasparenza ortografica di una lingua possa influenzare il grado di gravità del deficit.