Abstract:
L’elaborato ha l’obbiettivo di dare una panoramica generale del concetto di investimento non solo nell’ottica della finanza classica ma anche della finanza comportamentale. La finanza comportamentale è una branchia della finanza classica che si è sviluppata recentemente e sta diventato sempre più importante per capire le logiche che stanno dietro a un investimento.
Il primo capitolo della tesi si apre illustrando brevemente la storia del termine investire, si può notare infatti che ha origine antichissime e che seppur in forma diversa già nell’antichità c’erano delle rurali forme di investimento. Poi si procede con l’elenco delle tipologie di investimento che si possono trovare e con la spiegazione del processo decisionale d’investimento ossia quelle fasi che un investitore attua nella scelta dell’investimento più conveniente per sé, in base a tanti aspetti. Infine, il primo capitolo si conclude con la discussione del CAPM e della teoria dei mercati efficienti, due capisaldi della finanza classica.
Nel secondo capitolo dell’elaborato ho voluto affrontare i classici metodi valutativi noti per analizzare la convenienza di un investimento e non solo, è stato analizzato il VAN, il TIR, il PBP e il ROI. Questa analisi risulta necessaria per fare un confronto del concetto di investimenti in un’ottica di finanza classica e di finanza comportamentale. Infine, sono stati trattati brevemente altri due modi per valutare gli investimenti ossia l’analisi di sensibilità e l’albero delle decisioni, più precisamente sono utili per scegliere tra più investimenti convenienti secondo i metodi valutativi analizzati precedentemente.
Il terzo capitolo invece tratta della finanza comportamentale. Si parte dalla storia della finanza comportamentale per poi proseguire con le scelte in condizioni di incertezza dato che l’assunto principale della finanza comportamentale è che l’investitore non è razionale e non opera in condizioni di certezza ma anzi è vittima dei cosiddetti bias emotivi, ossia scorciatoie mentali che tante volte il cervello umano attua nel momento della scelta senza rendersene conto. In seguito, come alla fine del primo capitolo anche in questo si tratta del contesto in cui opera l’investitore irrazionale ossia nei mercati inefficienti secondo la teoria della razionalità limitata. Per concludere vengono affrontati i limiti del CAPM, caposaldo della finanza comportamentale ma che nella realtà presenta dei limiti.
In generale in questa tesi compilativa ho voluto trattare dei concetti più noti nella finanza classica e nella finanza comportamentale facendo però un confronto tra i vari argomenti e mettendo in luce come la finanza classica abbia dato una base teorica e come la finanza comportamentale abbia ampliato quei concetti dando un’ottica più realistica.