dc.contributor.advisor |
Dalla Gassa, Marco |
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dc.contributor.author |
Bortolot, Maria Chiara <1999> |
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dc.date.accessioned |
2024-09-30 |
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dc.date.accessioned |
2024-11-13T12:06:01Z |
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dc.date.issued |
2024-10-28 |
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dc.identifier.uri |
http://hdl.handle.net/10579/27426 |
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dc.description.abstract |
L’elaborato intende ripercorrere parte della carriera della cineasta Chantal Akerman (Bruxelles, 6 giugno 1950 – Parigi, 5 ottobre 2015) analizzando sia la sua produzione cinematografica che le videoinstallazioni realizzate a partire dalla metà degli anni Novanta.
Dopo una breve introduzione che ripercorre la biografia e la prolifica carriera di Akerman, il secondo capitolo è dedicato ai cortometraggi d’esordio della regista (Saute ma ville e L’Enfant aimée ou Je joue à être une femme mariée), dai quali emergono la poetica dell’autrice e alcuni temi ricorrenti che caratterizzano la sua opera, intrisa della sua identità ed esperienza personale.
Successivamente viene approfondito il periodo trascorso da Akerman a New York, tappa fondamentale per lo sviluppo del suo stile cinematografico: l’influenza del cinema sperimentale dell’avanguardia americana infatti, in particolare quello strutturalista, porta ad una riflessione approfondita su spazio e tempo filmici (La Chambre, Hotel Monterey, News from Home).
Lo studio prosegue con l’analisi dei lungometraggi narrativi degli anni Settanta, che chiudono il primo brillante decennio della carriera da regista di Akerman (Je tu il elle, Jeanne Dielman, 23, Quai du Commerce, 1080 Bruxelles e Les Rendez-vous d’Anna). In questi lavori la cineasta ribadisce l’impossibilità di definire in modo rigido l’essenza dei ruoli e delle identità, e lo fa dimostrando una nuova maturità stilistica e teorica attraverso cui riesce ad unire rigore formale e tratti intimamente personali.
Infine vengono analizzate alcune videoinstallazioni artistiche, un ambito a cui Akerman si dedica a partire dal 1995 in poi, che invitano a ragionare sulla fruizione di immagini filmiche ricollocate in contesti espositivi diversi dalla sala cinematografica. In particolare ci si concentra su quattro installazioni che attingono direttamente dai suoi film, in cui le immagini vengono rielaborate in nuove composizioni spaziali e propongono nuove e originali riflessioni (Woman Sitting after Killing, In the Mirror, Je tu il elle, l’installation e La Chambre). |
it_IT |
dc.language.iso |
it |
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dc.publisher |
Università Ca' Foscari Venezia |
it_IT |
dc.rights |
© Maria Chiara Bortolot, 2024 |
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dc.title |
Chantal Akerman: dal cinema alle installazioni |
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dc.title.alternative |
Chantal Akerman: dal cinema alle installazioni |
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dc.type |
Master's Degree Thesis |
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dc.degree.name |
Storia delle arti e conservazione dei beni artistici |
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dc.degree.level |
Laurea magistrale |
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dc.degree.grantor |
Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali |
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dc.description.academicyear |
sessione_autunnale_23-24_appello_14-10-24 |
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dc.rights.accessrights |
closedAccess |
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dc.thesis.matricno |
871042 |
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dc.subject.miur |
L-ART/06 CINEMA, FOTOGRAFIA E TELEVISIONE |
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dc.description.note |
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dc.degree.discipline |
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dc.contributor.co-advisor |
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dc.date.embargoend |
10000-01-01 |
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dc.provenance.upload |
Maria Chiara Bortolot (871042@stud.unive.it), 2024-09-30 |
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dc.provenance.plagiarycheck |
None |
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