Abstract:
La biopolitica è una materia multidisciplinare che ha portato ad una riflessione critica su una forma di potere all'apparenza nuova, la quale si è consolidata nella contemporaneità. La stessa unisce modalità di esercizio e pratiche politiche con il fine di studiare e spiegare fenomeni globali di grande attualità. L’affermarsi dell’era definita come Antropocene ha messo in difficoltà l'ordine politico-economico attuale, il quale si è concentrato sul determinare e condannare gli artefici di esternalità negative che possono portare o hanno portato a fallimenti di mercato nazionali. Nuove forme di 'economizzazione' della natura hanno tentato di dare un valore in termini di capitale alle risorse naturali e ai fenomeni metereologici estremi, eppure, i cambiamenti climatici hanno dimostrato come tale approccio sia inadeguato, poiché questi fenomeni trascendono i confini. Le soluzioni proposte fino ad ora si sono tradotte in concetti come l'adattamento e la resilienza, strumenti biopolitici decisionali che danno forma a nuovi concetti come la vulnerabilità e la vittimizzazione acuendo le grandi disuguaglianze globali. Gli schemi alieni ricadono sulle popolazioni con la promessa del progresso, ma oscurano totalmente le tecniche e strategie locali già poste in atto per far fronte agli stravolgimenti climatico-ambientali. L'ecologia politica e i movimenti per la giustizia sociale hanno evidenziato la criticità del sistema politico-economico mondiale, ma, per il momento, non sono riusciti a proporre delle alternative efficaci che riescano a scardinarlo. Fenomeni come le tempeste di sabbia e le alluvioni sono utilizzati come esempi: due condizioni in cui se l’umano vuole sopravvivere deve adattarsi e non far adattare, due ambienti che sopravvivono senza la vita umana.
Il primo capitolo dell’elaborato introdurrà i concetti basilari di tutta l’analisi: natura, essere umano e biopolitica, al fine di evidenziare l’evoluzione nella frattura tra cultura e natura. Nella contemporaneità, l’uomo, infatti, è scisso dai sistemi atmosferici e naturali complessi che trascendono il suo intelletto e la sua tecnica. Sebbene sia necessario, è estremamente difficile riposizionare sulla stessa linea l’uomo e il suo intorno naturale. Attraverso la descrizione di alcune delle teorie biopolitiche più famose si cercherà di estrapolare quegli aspetti della disciplina che possono adattarsi alla realtà dei cambiamenti climatici. Il secondo capitolo cercherà di rispondere ai seguenti quesiti: se esiste una biopolitica ecologica e se la stessa ha un carattere positivo e creazionista oppure si basi sull’aspetto tanatologico del biopotere. L’evoluzione ‘verde’ di alcuni tecniche fondamentali ̶ come il razzismo statale, la figura del migrante e la sicurezza nazionale ̶ ha fatto accantonare la ricerca di politiche di mitigazione efficaci per lasciare spazio ai processi di adattamento e resilienza, i quali fanno riemergere le tecniche di controllo statale per ‘far vivere e lasciar morire’. L'ecologia politica e i movimenti per la giustizia sociale hanno denunciato l'azione biopolitica statale, ma, la loro frammentarietà non ha permesso la creazione di alternative diverse che riescano a destabilizzare il sistema economico-politico attuale. Il terzo capitolo ricercherà a livello regionale il ripresentarsi delle stesse dinamiche di biopolitica ecologica nelle realtà politiche e sociali di di Cina, Giappone e Corea del Sud. Attraverso gli esempi di alluvioni e tempeste di sabbia determinerà l’inefficacia politica della cooperazione politica trilaterale, ma anche degli stessi movimenti sociali che denunciano le varie ingiustizie ambientali interne ai Paesi.