Abstract:
Mettersi sulle tracce di Roberto Bazlen significa liberarsi da tutto ciò che fino a quel momento è stato detto su di lui per incontrarlo per la prima volta, quasi fosse un viandante che si incrocia per caso lungo la propria strada e che, essendo diventato «a poco a poco» vivo e sempre presente, si apre a molte possibilità di essere conosciuto: esporsi senza preconcetti a un’esperienza gnoseologica era l’atteggiamento che Bazlen si augurava avrebbe imparato chi fosse passato sulla sua orma. Nella presente tesi, ho provato a raccontare Roberto Bazlen secondo il modo in cui io l’ho percepito, cioè come un uomo che, attraverso numerose letture, ha compiuto una sorta di junghiano percorso di individuazione della parte autentica di se stesso e che, dopo aver scoperto il naufragio come forma di incontro del Sé e della «vera vita», ha plasmato il suo modo di stare al mondo su tale scoperta e ha, per di più, trasformato quest’ultima nell’idea fondativa di una nuova casa editrice, l’Adelphi, e di una nuova figura di editore, inteso non come un maestro che deve educare il suo lettore, ma come un suggeritore silenzioso di naufragi in mari di carta che porteranno il lettore a imparare da solo, senza un fine e senza una guida, qualcosa di unico. Roberto Bazlen è un gigante della cultura, sulle cui spalle hanno viaggiato e viaggiano ancora molti modi di essere editori e anche lettori.