Abstract:
Nel XVI e XVII secolo, l'Impero cinese giocò un ruolo centrale all’interno del commercio marittimo internazionale, il quale interessò in particolar modo le regioni meridionali. L'arrivo dei primi missionari della Compagnia di Gesù a Macao aprì per la prima volta all'Europa le porte della conoscenza del pensiero confuciano e del suo fondatore. Particolarmente affascinanti furono le traduzioni dal cinese al latino dei Classici e le complesse dottrine che ne emersero, le quali attrassero i più grandi eminenti pensatori dell'Illuminismo di quegli anni. Il presente elaborato si concentrerà sulla figura del gesuita siciliano Prospero Intorcetta, evidenziando l'importanza delle sue traduzioni del Zhongyong conservate sia nella Sinarum Scientia Politico-Moralis che nel Confucius Sinarum Philosophus sive Scientia Sinensis. Quest’ultima opera fu di fondamentale importanza per l’apprendimento della sinologia e per l’assimilazione dei concetti chiave del pensiero confuciano. All'interno dell'analisi, sarà esplorato come i gesuiti europei furono tra i precursori nella ricerca di una possibile similitudine tra cristianesimo e confucianesimo, affrontando non poche difficoltà e incomprensioni nel loro percorso. L'elaborato non solo spiegherà i concetti chiave e le interpretazioni gesuitiche, ma metterà anche in luce come alcune scelte linguistiche ed interpretative da parte dei gesuiti non siano sempre riuscite a catturare appieno l'essenza del messaggio confuciano.