Abstract:
L'obiettivo della tesi è l'analisi da un punto di vista storico di come il controllo delle nascite e l'accesso a metodi contraccettivi siano diventati un diritto internazionalmente riconosciuto. Nello specifico, attenzione viene data all'impatto che politica ed economia hanno avuto in tale sviluppo. L’elaborato ha un focus anglo-americano e inizia con una descrizione della società inglese nel XVII secolo da cui si evince che già a quel tempo vi era interesse nel controllare la popolazione ed essa cercava di limitare le nascite. In seguito, la tesi analizza come l’andamento demografico sia divenuto oggetto di teorie e politiche economiche con l'emergere del mercantilismo, il quale evidenziò un rapporto direttamente proporzionale tra numero di abitanti e ricchezza di uno stato, e della teoria Malthusiana secondo cui un'eccessiva popolosità porta a carestie e guerre. Quest’ultima visione diviene catalizzatrice e dà vita al neomalthusianismo, il quale riteneva che la soluzione alla sovrappopolazione fosse utilizzare metodi contraccettivi. L'ultimo capitolo, quindi, analizza come nel XX secolo il controllo delle nascite si sia diffuso, soprattutto negli USA, grazie a movimenti come neomalthusianismo e eugenetica, fino a diventare un diritto grazie anche allo sviluppo di nuovi contraccettivi e al movimento femminista. Essi hanno infatti contribuito a trasformare le donne da oggetti a soggetti di diritto e tale cambiamento di approccio emerge in particolar modo dalle conferenze ONU.