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Il presente progetto di tesi mira ad esaminare il problema relativo alle azioni di criminalità inerenti il settore del patrimonio storico, artistico e archeologico, in cui l'Italia può essere vista quale primo paese dotatosi di un organismo specializzato in tale ambito: il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (CCTPC), sorto il 3 maggio 1969 e alle dipendenze funzionali del MiBACT, un organismo dedicato di fatto a contrastare gli episodi di contraffazione ed a recuperare i beni culturali nazionali trafugati illegalmente. Verrà affrontata l'evoluzione in ambito giuridico illustrando, il progresso delle norme nazionali inerenti tali temi: si partirà dalla Legge del 1° giugno 1939 n. 1089, relativa alla tutela delle cose di interesse artistico e storico, si passerà a descrivere la Legge 22 aprile 1941 n. 633, indirizzata alla salvaguardia dei diritti morali e patrimoniali dell’artista, per giungere alla Legge Pieraccini, la l. 20 novembre 1971 n. 1062, contenente le norme penali rivolte alla contraffazione, alterazione, riproduzione e commercializzazione dei beni culturali. Si riporterà l'impianto normativo attuale, in particolare il DLgs 22/01/2004 n. 42, attraverso la disamina della Parte IV-Titolo II-Capo I ed in particolare dell’art. 178 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, che segnerà il passaggio da una mera pena morale ad una concreta condanna nei confronti di coloro che hanno, come unico obbiettivo, il profitto e la commercializzazione delle opere contraffatte e/o rubate. Infine si arriverà alla Legge 9 marzo 2022, n. 22, che apporterà attraverso l’art. 1 delle modificazioni al Codice Penale, introducendo il Titolo VIII-bis, denominato Dei delitti contro il Patrimonio Culturale. Verranno ripercorse la nascita, le funzioni e gli obbiettivi del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale - CCTPC -, il cui contributo risulta fondamentale nella tutela del patrimonio nazionale, affrontando in seguito diversi casi emblematici e recenti, i quali hanno richiesto l’azione mirata del Comando. Tra questi, le tre teste falsamente attribuite ad Amedeo Modigliani rinvenute nel 1984 a Livorno e lo scandalo attorno alla mostra tenutasi a Genova nel 2017 sul medesimo artista; la sofisticata rete di falsificazione creatasi all’interno dell’Archivio dell’artista pop Franco Angeli e scoperta nel 2008; il caso del 2011, tutt’ora in corso, che prese il nome di Operazione Novecento, inerente alla falsificazione di alcuni artisti contemporanei, tra cui Lucio Fontana e Giacomo Balla. Il Ten. Col. del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Monza Claudio Sanzò ha dato la sua disponibilità al fine di rilasciare un’intervista, permettendo di “dare uno sguardo” all’interno di tale reparto e di comprendere alcune delle modalità operative e delle procedure in caso di reati di falsificazione. Si passerà poi sul tema del falso, la cui identificazione fino alla metà dell’800 risultava affidata alla personalità del critico d'arte, il quale faceva ricorso al proprio giudizio, basato sull’esperienza e sul confronto tra le caratteristiche proprie del dipinto in esame e quelle del suo ipotetico corrispettivo identificato come autentico. Tale giudizio risulta ora affiancato dall'impiego di specifiche tecniche, che assumono un ruolo basilare nelle indagini: verranno quindi descritte tali tecniche, sia invasive che non invasive, ed illustrati nel dettaglio i metodi d’indagine più frequenti. Si affronteranno infine alcuni noti esempi di falsificazione, dal mondo greco sino ad oggi, tra cui il caso della Vinland Map, il Cupido dormiente michelangiolesco, l’intricato rapporto tra Albrecht Dűrer e Marcantonio Raimondi, i casi del pittore francese Jean-Baptiste-Camille Corot, dell’olandese Jan Vermeer e delle trenta opere di Van Gogh comparse nel mercato negli anni Venti del Novecento. |
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