Abstract:
Gli studiosi occidentali individuano nella società civile uno strumento per esaminare le trasformazioni sociopolitiche di un paese, il cui metro di misura è il grado di autonomia che la società possiede rispetto alle istituzioni statali. È opinione diffusa che in Cina i “germogli” di una società civile si siano manifestati nel primo periodo delle politiche di riforme economiche e apertura all’estero degli anni ottanta. Tuttavia, oggi non si intravedono i suoi sviluppi concreti. Con l’avvento di Xi Jinping, gli spazi d’azione della società civile si sono notevolmente ristretti e il discorso intellettuale in merito ha subito una metamorfosi.
Il presente elaborato è incentrato sul discorso sulla società civile promosso dalla nuova sinistra cinese, con particolare riferimento al periodo di governo di Xi Jinping. Il lavoro muove da un’analisi della nozione di società civile ed enuclea le sue manifestazioni nel contesto cinese. Successivamente si inquadra la nuova sinistra cinese, concentrandosi sulla sua origine e sulle peculiarità che ne caratterizzano le teorie dominanti. Infine, vengono esaminati tre casi di studio sul tema, ove tre intellettuali associabili alla corrente, Hu Angang, Wang Shaoguang e Yan Yilong, espongono le proprie opinioni, individuando le criticità del concetto e proponendo la propria alternativa “con caratteristiche cinesi”.
Attraverso l’analisi del discorso della nuova sinistra cinese, lo studio intende offrire un contributo per comprendere più ampiamente le dinamiche sociopolitiche della Cina moderna.
