Abstract:
Sempre più spesso si sente parlare di rigenerazione territoriale e urbana, ma come siamo arrivati a questo punto? Nella seconda metà del XX secolo l’attività manifatturiera è stata soprassata dall’attività terziaria; questo passaggio ha comportato cambiamenti sociali ed economici manifestatisi nel territorio con impatti più o meno violenti. Mestre, e tutte le città che nel dopo guerra hanno subito una forte industrializzazione, sono passate dall’essere città iperurbanizzate, ad evolversi in città diffuse ed infine a città terziarizzate; questo ha determinato la comparsa di vuoti urbani, ovvero ex fabbriche o zone in disuso a partire dalle quali la cultura può innescare una rigenerazione sociale ed urbana.
In questo lavoro cercheremo di descrivere come i cambiamenti sociali hanno determinato lo sviluppo urbano fino ai giorni nostri con l’introduzione di nuove tecnologie e mezzi di comunicazione.
Nello specifico analizzeremo il progetto M9, polo culturale che Fondazione di Venezia intende realizzare a Mestre. Nell’entroterra veneziano, perfetto esempio dello sviluppo industriale del XX secolo, la valorizzazione della cultura può creare nuove identità sociali e accrescerne la coesione?
Il lavoro inizialmente descrive le trasformazioni avvenute con l’introduzione dell’economia della conoscenza(Capitolo 1), analizzando poi i cambiamenti conseguiti dalla diffusione delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Nello stesso capitolo si cercherà di capire in quale modo la cultura si inserisca nell’ economia della conoscenza e quali siano le opportunità di crescita offerte al settore culturale dalla rivoluzione TIC.
La città è da sempre luogo di produzione della cultura, ma in alcuni casi essa è divenuta l’elemento chiave di sviluppo delle città (Capitolo 2); per comprenderne questa funzione abbiamo preso in considerazione esempi di città in cui la cultura ha comportato un cambiamento sia urbano che economico. Mestre, ex città industriale, può supportare uno sviluppo culturale? per rispondere è stato utile definire un profilo culturale e turistico della regione Veneto e capire quali possano essere i benefici della cooperazione territorio-cultura.
La zona in cui il nuovo polo culturale verrà a sorgere è il cuore del progetto Venezia Metropoli(Capitolo 3). In cinquant’anni Mestre è passata dall’essere un città fordista basata sull’industria, al divenire il centro di scambi più importante di tutta la Regione. Per il territorio mestrino si prevedono ancora molti cambiamenti, e in quest’ottica la rivalutazione del centro storico sembra un passaggio obbligatorio per ristabilire un identità cittadina.
Il Capitolo 4 presenta il caso M9, nuovo polo culturale che la Fondazione di Venezia intende realizzare nel centro di Mestre. La struttura museale che sorgerà dalla riqualificazione di un area nevralgica della città si preannuncia come un edificio polisettoriale. La sfida che propone la Fondazione è quella di creare un centro espositivo all’avanguardia, basato su patrimoni culturali immateriali. Questo progetto si inserisce nell’entroterra veneziano in un momento di continui cambiamenti infrastrutturali e logistici che stanno ridando vita all’ ex città industriale, le domande alle quali cercheremo di rispondere con questo lavoro sono: cosa può comportare a livello sociale un progetto come M9? E cosa potrà indurre economicamente?
Quale potrà essere il ruolo di M9 nello sviluppo locale, è possibile ipotizzarlo osservando i casi analoghi(Capitolo 5). Il nuovo polo culturale ha tutte le possibilità per diventare il city branding dell’entroterra veneziano; è necessario però che tale progetto sia parte di un piano di recupero urbano di ampio respiro.
In conclusione descriveremo quali potrebbero essere, nel nostro caso, le conseguenze economiche ed urbane determinate delle nuove politiche culturali individuando benefici ed aspetti critici.