Abstract:
In Turchia il settore privato sta rivestendo sempre più un ruolo attivo nel campo dell’arte e della cultura. Basti pensare alla città di Istanbul, che soprattutto negli ultimi anni ha assistito, grazie alla ripresa economica e al boom dell’industria turistica, all’apertura di nuovi spazi e location destinate ad organizzazioni culturali e gallerie. La voglia di mettersi in gioco nel panorama contemporaneo e la curiosità di sperimentare nuovi media e tecnologie, per dar vita ad un dialogo con la comunità artistica internazionale, sono stati due elementi di forte motivazione che hanno portato ad intraprendere percorsi volti ad un differente approccio alla cultura in Turchia. In un paese caratterizzato da un immenso e prezioso patrimonio storico culturale, lo Stato ha spesso trascurato e dato poco peso all’esuberante ed effervescente creatività dei giovani artisti locali. Dopo aver avuto l’opportunità di trascorrere due mesi ad Istanbul grazie ad una borsa di studio elargita dalla Venice International University ed avere vissuto in prima persona il fervore artistico che si respira in questa città, ho voluto dedicare la mia ricerca ad una realtà che mi ha colpito sin dall’inizio: il SALT. Questa piattaforma culturale, le cui molteplici attività vengono ospitate in due sedi che prendono il nome dal distretto in cui si trovano, rispettivamente il SALT Beyoğlu e Galata, è nata ufficialmente nel 2010 ma altro non è che il frutto di un’indagine artistica cominciata nel 2001 e portata avanti fino ad oggi. Ritengo che il SALT sia un singolare e fortunato esempio di quanto i finanziamenti privati di una banca, in questo caso GARANTI BANK, siano stati fondamentali per alimentare un discorso artistico inserito in un contesto no-profit che stimoli e attiri la comunità locale a discutere di temi culturali, grazie a frequenti workshop e conferenze, e a confrontarsi con realtà internazionali tramite esposizioni e mostre.