Abstract:
In Giappone i movimenti di estrema destra sono rimasti a lungo isolati e i partiti di estrema destra sono apparsi nella Dieta solo recentemente. L’obiettivo di questo studio è quello di cercare una risposta alla domanda come mai in Giappone l’estrema destra non abbia avuto successo politico come in altri paesi. Per rispondere è necessario analizzare uno dei fattori considerati avere un’influenza importante sul successo dei partiti di estrema destra, ovvero l’ideologia. Dal momento che la maggior parte della letteratura del genere analizza principalmente l’estrema destra in Europa e il Giappone non viene quasi trattato, nel condurre l’analisi si prenderanno in considerazione tali studi che verranno applicati al caso giapponese. In particolare, le teorie di Herbert Kitschelt sul successo dei partiti di estrema destra nei paesi post industrializzati rappresentano un punto di partenza importante per analizzare il caso del Giappone. Kitschelt teorizza l’esistenza di una “formula vincente”, basata su specifiche condizioni del sistema politico ed economico e su un particolare tipo di partito di estrema destra, definito populista anti-statista proprio in virtù delle sue caratteristiche ideologiche. L’ideologia per un partito di estrema destra è molto importante in quanto è l’unico modo che essi hanno per potersi distinguere dagli altri partiti conservatori e potersi ritagliare una nicchia nell’elettorato che eventualmente li potrebbe condurre al successo nelle elezioni. Questo elaborato si propone di analizzare alla luce delle teorie di Kitschelt, le condizioni politiche del Giappone e le ideologie di tre diversi partiti di estrema destra: l’Ishin Seitō Shinpū (Restoration Political Party-New Wind), il Nippon Dai-ichi tō (Japan First Party) e il Nippon Ishin no Kai (Japan Innovation Party). I primi due sono stati scelti per la loro vicinanza alle posizioni ideologiche di due movimenti di estrema destra, rispettivamente la “Nuova Destra” e l’Action Conservative Movement. Il Nippon Ishin no Kai invece rappresenta l’esempio di un partito che, non avendo legami con altri gruppi di destra e grazie alla “formula vincente” di Kitschelt, è riuscito a vincere le elezioni e a diventare uno dei maggiori partiti all’interno della Dieta. Difatti tra i tre partiti, quest’ultimo è l’unico che ad oggi è riuscito ad essere eletto e ad aver mantenuto una posizione più o meno stabile nella Dieta dal 2012. Le cause del fallimento degli altri partiti, nati in seno a movimenti di destra, sono da riscontrarsi nelle loro rigide e a volte antiquate posizioni ideologiche, con proposte spesso già appannaggio dei partiti più grandi, e da una situazione politica che ne ha impedito quindi lo sfruttamento per ottenere un qualsiasi vantaggio politico. Quindi, nella prima parte si presenterà la storia dei movimenti di destra per evidenziarne le evoluzioni e differenze ideologiche arrivando a definire l’ambiente ideologico della nascita dell’Ishin Seitō Shinpū e del Nippon Dai-ichi tō. Successivamente, dopo aver ripercorso le evoluzioni che hanno caratterizzato i rapporti tra i principali partiti all’opposizione e al governo e definito la situazione politica, ci si dedicherà ad analizzare nel dettaglio l’ideologia dei partiti presi in considerazione attraverso lo studio dei manifesti elettorali e dei documenti pubblicati dai partiti stessi (blog, riviste e bollettini). Infatti, nello studio dell’ideologia dei partiti di estrema destra, queste due fonti sono le uniche che permettono di ricostruirne in modo completo l’ideologia. Infine, all’ideologia dei partiti e al sistema politico verranno applicate le teorie sviluppate da Kitschelt.