Abstract:
Il concetto di paesaggio linguistico, nato a partire dal lavoro di Landry e Bourhis (1997), si riferisce al paesaggio delineato dall’insieme dei testi scritti esposti in un determinato territorio. Negli studi successivi la definizione è stata ampliata e metodologie diverse sono state sviluppate, rendendo il paesaggio linguistico uno strumento utile per indagare le forme di plurilinguismo in determinate aree e le questioni socioculturali correlate
Kuala Lumpur, capitale della Malaysia, è particolarmente adatta a questo tipo di ricerca: oltre alla lingua malese, una moltitudine di altre lingue sono parlate, scritte e lette, tra cui molte varietà di cinese. Le caratteristiche specifiche di questa famiglia di lingue, la storia delle comunità cinesi nella capitale ed il clima politico e culturale attuale nel Paese creano un contesto complesso in cui l'utilizzo e la fruizione della lingua scritta si distaccano da quelli della lingua parlata.
Entro tale contesto la ricerca si concentra sui modi d'uso della lingua cinese scritta in alcuni dei principali templi cinesi della città, indagati sia sotto il profilo linguistico che da una prospettiva etnografica: qui diverse persone agiscono sul ricco paesaggio linguistico presente attraverso forme testuali diversificate (preghiere, responsi oracolari, avvisi in bacheche), che interagiscono inevitabilmente anche con le lingue parlate negli stessi ambienti, contribuendo alla riproduzione culturale e identitaria che caratterizza tali luoghi.