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La seguente tesi di laurea magistrale si prefigge di analizzare alcuni sistemi di cura non appartenenti alla medicina ufficiale, dunque considerati “tradizionali”, circoscritti nella zona del Sassarese, del Nuorese, dell’Oristanese e del Cagliaritano.
L’elaborato presenterà una sezione introduttiva nella quale anticiperò parte del mio lavoro di ricerca sul campo, descrivendo le modalità adottate per la raccolta del materiale e le difficoltà riscontrate, soprattutto relative al contatto con gli informatori/intervistati e alla presenza di una letteratura carente, che non tiene conto dell’aspetto del cambiamento sociale e culturale proprio del contesto di ricerca.
Il lavoro poi non potrà essere portato a compimento senza una necessaria e adeguata indagine teorica sugli studi di demologia, folklore e “medicina popolare” nel nostro Paese. Tra la vasta bibliografia ho selezionato autori come Ernesto de Martino, Vittorio Lanternari, Tullio Seppilli, Antonio Gramsci, Giuseppe Pitrè, Clara Gallini, Alfonso Maria di Nola, Giovanni Battista Bronzini, etc.
Verranno trattate tematiche quali magia e stregoneria, prendendo in considerazione il loro impianto teorico nella storia degli studi classici e facendo riferimento a E. E. Evans Pritchard, Max Gluckman, Victor Turner, etc.
Durante la mia attività di ricerca sono entrata in contatto con diverse tipologie di guaritori, guaritrici e pazienti, che mi hanno dato la possibilità di osservare molteplici pratiche di guarigione sia fisica, attuate per mezzo di sostanze naturali (terapie empiriche con unguenti, con specifiche miscele di erbe officinali combinate a manipolazioni corporee, etc.), sia “psichica” attraverso oggetti pregni di significato magico-rituale.
Nello specifico il mio lavoro prenderà in considerazione l’ideologia del malocchio e la relativa medicina dell’occhio. Seguono altre pratiche, come la medicina contro i porri, contro l’herpes zoster e la terapia per le ustioni.
Ho avuto, inoltre, la fortuna di raccogliere testimonianze riguardo all’ideologia della fattura, sulla quale avrei il piacere di soffermarmi in maniera approfondita, vista la difficoltà con la quale sono riuscita a reperire informazioni, ottenute anche attraverso alcune visite in strutture ecclesiastiche.
La tesi continuerà analizzando ulteriori aspetti del mondo tradizionale sardo, legati alla veggenza, prendendo in considerazione un particolare fenomeno caratterizzato da un elevato sincretismo magico-religioso, ovvero quello dei responsori, preghiere in onore a Sant’Antonio, recitate per il ritrovamento di oggetti perduti.
Il fine ultimo del mio lavoro sarà quello di dare una dimostrazione che temi legati alla magia, e in parte alla stregoneria, siano ancora di grande vitalità e importanza nel contesto di ricerca etno-antropologico.
Parte integrante del mio lavoro sarà anche dare spazio e voce al ruolo dell’istituzione ecclesiastica in Sardegna, la quale assume da sempre una posizione di ambiguità nei confronti di tali pratiche, da un lato additandole di esoterismo, dall’altro assecondandole e ammettendo la vicinanza di quest’ultime alla cristianità.
L’altro polo della questione riguarda le guaritrici e i guaritori, che si presentano come i detentori di una conoscenza magica e antica e che combattono con la possibile perdita di questo sapere, visto che le attuali generazioni, come ho avuto la possibilità di verificare, non si dimostrano molto interessate e propense ad acquisirlo, per poi a loro volta tramandarlo. |
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