Abstract:
La cosiddetta Street Art o “arte di strada” non si può più considerare come un fenomeno transitorio, frutto delle circostanze o delle mode passeggere, al contrario, è un linguaggio sempre più radicato all'interno delle nostre città e delle persone che le vivono. Chiunque provi a definirla, etichettarla e racchiuderla entro certi limiti corre il rischio di scivolare nel fraintendimento e di cadere in errore. Leggendo articoli di giornale e consultando i social compaiono sempre più titoli che evidenziano le notizie di murales inaugurati in quartieri problematici, oppure di uno street artist che, complice il buio, realizza un'opera che, il mattino seguente, sembrerebbe essere apparsa dal nulla. Per i più radicali, se non è illegale, allora non è Street Art. Ma è davvero così, oppure i fattori in gioco sono altri? Oggi si parla molto di Street Art, tuttavia se ne parla bene e nel modo giusto? Quanto il mito condiziona e influenza le nostre interpretazioni di questo linguaggio? Questa tesi si pone lo scopo di indagare i punti di luce e di ombra e le contraddizioni ancora presenti, nonostante ormai più di mezzo secolo di storia, nei linguaggi e nelle dinamiche della creatività di strada, tra graffiti, writing, Street Art e Nuovo muralismo, tra rigenerazione urbana e “istituzionalizzazione” presso musei e gallerie.