Abstract:
La seguente tesi affronta il fenomeno dell’artivismo nel contesto del subcontinente indiano contemporaneo. L’artivismo è un movimento composto da due categorie fondamentali e distinte (arte e attivismo) che non necessariamente si escludono dualisticamente a vicenda e che possono essere complementari. Da un lato l'arte e l'espressione estetica, spesso definita come libera disciplina individuale, senza altra funzionalità che la propria; dall'altro lato la politica, la logica dell'azione collettiva e l'attività sociale, comunemente identificata nel governo, come dimensione dell’agire associato, e riferita alla funzionalità della vita pubblica di una comunità.
La pratica artivista si presenta come strumento di interazione tra più soggetti volta alla trasformazione del piano storico-reale e nasce spontaneamente della necessità di generare spazi di dibattito, personali o collettivi, documentazioni visuali, e di promuovere un linguaggio che comunichi cambiamento e trasformazione.
L’elaborato riprende le riflessioni presenti nella letteratura di studiosi come Walter Benjamin (2019, 2011), John Dewey (1934), Herbert Marcuse (1969), Lucy Lippard (1984) alle più recenti indagini di Claire Bishop (2012), Shannon Jackson (2011), Boris Groys (2014) e Vincenzo Trione (2020), come riflessioni teoriche utili ad analizzare il fenomeno dell’artivismo in India.
Questa ricerca si concentra su tre momenti fondamentali di dibattito nella società contemporanea indiana: gli atti di guerriglia visuali rappresentano le colonne portanti dell’elaborato e raccolgono una serie di rappresentazioni visuali create dagli artivisti di problematiche quali lo stato di diritto delle donne, l’emergenzialità della migrazione e le dinamiche discriminatorie derivate dalla ripartizione sociale in caste.
I tre capitoli dedicati agli atti di guerriglia visuali sono quindi una raccolta tematica di vari artisti che hanno scelto di far della loro arte il veicolo per il cambiamento positivo della società.
La ricerca considera inoltre gli spazi espositivi che oggi ospitano le opere degli artivisti: oltre alle tradizionali sedi espositive (come i musei e le gallerie) verranno inclusi anche i collettivi d’arte, in quanto luoghi “alternativi” liberi e legati alla poetica della produzione artivista che infatti trascende l’individualismo e l’esclusivismo e promuove la condivisione dei valori della collettività.
L’obiettivo della tesi è quello di riconoscere l’esistenza di una storia delle immagini che in India continua ad alimentare le riflessioni verso il cambiamento, il progresso e la soluzione ad emergenze che affliggono la libertà del popolo odierno.