Abstract:
L'accordo TRIPS (Trade-Related Aspects of Intellectual Property Rights) del 1995, allegato del trattato costitutivo dell'OMC, ha fornito le prime norme e linee guida internazionali sul quadro giuridico per le questioni relative alla proprietà intellettuale nel commercio. I suoi principi e obiettivi di sviluppo, tecnologico e umano, hanno favorito l'attenzione alle esigenze dei paesi in via di sviluppo e meno sviluppati. L'accordo prevede esplicitamente disposizioni flessibili per garantire ai suoi membri la capacità di proteggere le loro popolazioni in caso di urgenza o di emergenza nazionale. Queste flessibilità si collegano direttamente al dibattito sull'impatto che la proprietà intellettuale, in particolare la brevettabilità dei prodotti farmaceutici, ha sulla salute pubblica. La questione è entrata bruscamente nell'agenda internazionale a causa dell'epidemia di HIV/AIDS degli anni novanta. La Dichiarazione di Doha (2001) e la successiva decisione del Consiglio TRIPS sul paragrafo 6 hanno segnato un passo significativo verso un accesso più equo ai medicinali. L'introduzione dell'Articolo 31 bis, tuttavia, non ha prodotto il risultato desiderato a causa delle difficoltà burocratiche e di attuazione del sistema. L'Articolo 31 bis non è l'unica disposizione dell'accordo che, a causa di questioni interpretative e di implementazione, fallisce nel facilitare la tutela degli interessi pubblici. Le flessibilità sono presenti negli articoli 6, 7, 8, 27, 30, 39 e 73 del TRIPS e l'elaborato analizza l'ambiguità della loro formulazione e la giurisprudenza che l'ha trattata. Il dibattito sulla proprietà intellettuale e la salute pubblica è culminato con la pandemia del COVID-19 e la proposta di deroga ad alcuni articoli del TRIPS.