Abstract:
A partire dal 2017 in Italia è entrato in vigore l’obbligo della predisposizione di una dichiarazione di natura non finanziaria per gli Enti di interesse pubblico. Tale dovere è sancito dal del D.lgs. n.254/2016, che ha trasposto la Direttiva Europea 2014/95/UE.
Ciò è stato l’esito di un processo evolutivo, ancora in corso, avvenuto a livello europeo e ha rappresentato una svolta poiché, in precedenza, le imprese potevano adottare un approccio volontario per le divulgazioni su aspetti non strettamente finanziari.
L’informativa non finanziaria rappresenta uno strumento fondamentale per permettere agli stakeholder di valutare l’impegno e i progressi registrati dalle imprese con riferimento alle questioni socio-ambientali, la cui rilevanza è sempre più marcata a livello internazionale.
Nel corso degli anni è stato possibile assistere a una propagazione tra le imprese della prassi volontaria di comunicazioni di tali informazioni. Inoltre, sono sorte varie iniziative internazionali volte a fornire delle linee guida per la predisposizione dell’informativa in questione, che le società possono adottare spontaneamente.
Tuttavia, al fine di garantire tali divulgazioni e la loro comparabilità sono necessari interventi normativi appositi. Ad oggi, sono ravvisabili notevoli differenze tra gli approcci adottati dalle autorità nazionali in tutto il mondo, in cui l’Unione Europea si mostra l’istituzione più all’avanguardia.
L’obiettivo della presente tesi è quindi quello di analizzare un campione di dichiarazioni non finanziarie per verificare il livello di divulgazioni effettuato, sia da un punto di vista quantitativo, che in base a variabili qualitative, in un contesto in cui tale predisposizione sia richiesta dalla normativa. L’analisi così svolta è effettuata anche sulla base delle evidenze raccolte dalla letteratura scientifica più recente al riguardo. Il presente lavoro è strutturato in tre differenti capitoli.
Il Capitolo 1 ha l’obiettivo di descrivere gli approcci normativi adottati a livello internazionale, iniziando dall’evoluzione normativa avvenuta nell’Unione europea e con le conseguenti disposizioni nazionali adottati da alcuni Stati membri, principalmente Italia, Germania e Francia. Successivamente, saranno analizzate le situazioni presenti in altri Stati, quali gli USA, il Giappone, l’India, il Sudafrica e l’Australia. Infine, il capitolo si concluderà con una rassegna delle principali linee guida predisposte dagli organismi internazionali che sono seguite dalle imprese che predispongono l’informativa sulla sostenibilità in via volontaria e a cui le normative spesso rimandano.
Il secondo capitolo si pone lo scopo di analizzare la letteratura scientifica più recente per determinare quali campi siano stati abbondantemente già oggetto di studio e di individuare, quindi, la vera e propria domanda di ricerca, a cui il terzo capitolo proverà a rispondere.
Il terzo e ultimo capitolo, quindi, contiene l’esposizione dell’analisi empirica svolta. Si tratta di un’analisi di contenuto di un campione italiano di Dichiarazioni consolidate di carattere non finanziario. L’analisi è volta a verificare, innanzitutto, l’evoluzione del volume della quantità di informazioni fornite sulla base di un indice, predisposto secondo le linee guida del GRI. Successivamente, l’attenzione sarà posta su aspetti qualitativi dell’informativa: la completezza, il tono e la prospettiva. Infine, vi sarà una sezione dedicata ai rischi e alle opportunità oggetto di divulgazione nelle DNF analizzate.