Abstract:
Il presente elaborato si pone l’obiettivo di analizzare il processo di verifica della presenza di una perdita di valore delle attività immobilizzate attraverso l’esame della procedura d’impairment test disciplinata dal principio contabile internazionale IAS 36. In particolar modo, l’analisi si focalizza sull’impairment test dell’avviamento e sull’impatto che la pandemia da Covid-19 ha avuto su tale procedura.
Inizialmente vengono descritti ed analizzati gli ambiti di applicazione e le modalità di determinazione del valore recuperabile previsti dalla disciplina internazionale. Vengono inoltre illustrate le modalità di rilevazione e contabilizzazione delle perdite e dei ripristini di valore.
Successivamente l’attenzione è rivolta sull’avviamento, che rappresenta una delle voci più rilevanti tra quelle sottoposte all’impairment test e per cui lo IAS 36 dedica delle disposizioni specifiche. Si approfondisce lo sviluppo dell’impairment test su base aggregata e la maggior complessità del processo valutativo della perdita di valore dell’avviamento.
Il Covid-19, associato a una performance negativa, ha rappresentato per la quasi totalità delle società un indicatore esterno di potenziale presunzione di perdita di valore e pertanto ha richiesto un’analisi dell’impatto della crisi sul valore di tutte le attività non correnti. Per tale ragione, si procede con un’analisi dell’impatto del Covid-19 nell’applicazione dell’impairment test attraverso una descrizione critica degli interventi regolatori proposti dalle Autorità di vigilanza dei mercati finanziari. Vengono esaminate le nuove criticità valutative emerse a seguito dell’evento pandemico e le problematiche applicative incontrate nell’applicazione dell’impairment test dell’avviamento.
Infine, si provvede a sviluppare un’analisi empirica su un campione di società con l’obiettivo di esaminare l’impatto del Covid-19 sul test d’impairment dell’avviamento e valutare l’adeguatezza della disclosure allo IAS 36 fornita nelle Note di bilancio.