Bugie e Verità: Yoshiwara e gli Shinjū.

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dc.contributor.advisor Scrolavezza, Paola it_IT
dc.contributor.author Introini, Martina <1987> it_IT
dc.date.accessioned 2013-02-08 it_IT
dc.date.accessioned 2013-04-30T09:43:08Z
dc.date.available 2013-04-30T09:43:08Z
dc.date.issued 2013-02-22 it_IT
dc.identifier.uri http://hdl.handle.net/10579/2525
dc.description.abstract L’elaborato, suddiviso in cinque capitoli, prende in analisi numerosi aspetti della vita all’interno del quartiere di piacere di Yoshiwara, con una particolare attenzione per la pratica dei pegni d’amore. Dopo un primo capitolo, in cui vengono esposte le travagliate origini del quartiere dei piacere di Edo, si continua, nel secondo, con una panoramica generale sulla vita che veniva condotta all’ interno di esso. Non solo cortigiane e prostitute, ma anche garzoni, tenutari di bordelli, apprendiste e molti altri ancora erano protagonisti della scena della “città senza notte”. Il capitolo prosegue con un excursus sul teatro e sulle arti fiorite intorno alla brulicante vita di Yoshiwara. Gli aspetti più crudi e inumani della prostituzione che si nascondono dietro la superficie scintillante vengono portati alla luce nel terzo capitolo, in cui si può leggere di torture, di aborti indotti, di crisi di nervi, di crudeltà e di tormenti emotivi che le cortigiane erano costrette a subire. Soggetto del quarto capitolo sono i pegni d’amore, tematica che ho scelto come fondamentale nella redazione del presente lavoro. Se nel capitolo terzo il lettore si è confrontato con una panoramica sugli abusi fisici, qui, invece, il mio intento è quello di mostrare le imposizioni psicologiche cui erano sottoposte le cortigiane. In tutta la loro vita infelice non erano neppure libere di fare ciò che al giorno d’oggi è considerato un diritto di tutti: amare. I pegni d’amore diventano, così, nello Yoshiwara un modo per esternare i propri sentimenti e per dare un senso alle vite vuote e melanconiche delle dame della “città senza notte”. Partendo dai pegni d’amore più semplici e meno coinvolgenti, come il giuramento firmato con il sangue o il taglio dei capelli, passando per quelli più dolorosi e appassionati, come il taglio del dito o dell’unghia, fino ad arrivare al gesto più eclatante e drammatico del doppio suicidio, ho mostrato la loro evoluzione e la loro importanza vitale per gli intrighi e le trame amorose nel quartiere. L’ultimo capitolo conclude il lavoro con il resoconto della decadenza di Yoshiwara, che all’alba del diciannovesimo secolo era ormai diventata inevitabile e che ha portato tutte le tradizioni ad esso legate verso un lento e inesorabile oblio. it_IT
dc.language.iso it it_IT
dc.publisher Università Ca' Foscari Venezia it_IT
dc.rights © Martina Introini, 2013 it_IT
dc.title Bugie e Verità: Yoshiwara e gli Shinjū. it_IT
dc.title.alternative it_IT
dc.type Master's Degree Thesis it_IT
dc.degree.name Lingue e culture dell'asia orientale it_IT
dc.degree.level Laurea magistrale it_IT
dc.degree.grantor Dipartimento di Studi sull'Asia e sull'Africa Mediterranea it_IT
dc.description.academicyear 2011/2012, sessione straordinaria it_IT
dc.rights.accessrights openAccess it_IT
dc.thesis.matricno 810279 it_IT
dc.subject.miur L-OR/22 LINGUE E LETTERATURE DEL GIAPPONE E DELLA COREA it_IT
dc.description.note it_IT
dc.degree.discipline it_IT
dc.contributor.co-advisor it_IT
dc.subject.language GIAPPONESE it_IT
dc.date.embargoend it_IT
dc.provenance.upload Martina Introini (810279@stud.unive.it), 2013-02-08 it_IT
dc.provenance.plagiarycheck Paola Scrolavezza (pscrola@unive.it), 2013-02-11 it_IT


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