Abstract:
In un'epoca caratterizzata da profonde trasformazioni sociali, politiche e tecnologiche, i musei sono
sempre più chiamati a rispondere alle istanze della collettività, a rivedere il proprio ruolo e il
proprio impegno verso i temi della giustizia sociale, della diversità e dell’inclusività. L’obiettivo del
presente elaborato è quello di indagare se l'approccio dell'attivismo museale possa costituire una
strategia efficace per soddisfare tali esigenze e se possa contribuire in modo significativo alla
crescita e alla rilevanza continua delle istituzioni museali nel secolo in corso. Ma come può
un’istituzione intrinsecamente conservatrice come quella museale, assumere oggi un ruolo attivista?
E in che misura l’impegno verso una maggiore inclusività può essere definito con questo termine?
Per rispondere a questi quesiti è stato necessario partire dalla ricostruzione di una definizione di
attivismo museale e curatoriale attraverso lo studio dei maggiori contributi accademici al riguardo.
L’individuazione degli aspetti centrali di questo approccio è stata poi fondamentale per procedere
con l’analisi del caso studio scelto del Victoria and Albert Museum di Londra come possibile
museo attivista. In particolare, soffermandosi sulle recenti iniziative dell’LGBT Working Group e
sull’implementazione della Gendering Objects Methodology alla collezione permanente, si è
indagato come il museo affronti le tematiche del genere e della queerness all’interno del proprio
spazio, contribuendo alla sensibilizzazione e alla discussione pubblica su tali questioni.