Abstract:
Lungo la costa portoghese, piccoli gruppi di pescatori praticano durante i mesi estivi una tecnica di pesca tradizionale che sta lentamente scomparendo. L’Arte-Xávega, in italiano sciabica, è uno dei metodi di pesca più antichi ancora praticati, evolutosi dalla basilare tecnica del gettare in acqua una rete per catturare i pesci. Mentre in Italia è stata fortemente regolamentata per via del suo impatto ambientale, essendo indirizzata principalmente alla cattura di novellame, in Portogallo l’Arte-Xávega resiste sulle spiagge dove, per passione o per lavoro, viene mantenuta attiva nella memoria di un tempo in cui le reti sfamavano interi villaggi. Oggi, gruppi di biologi marini collaborano con i pescatori per monitorare le specie che vivono in prossimità della costa. L’incontro tra il mondo della pesca tradizionale e quello dell’accademia rappresenta uno degli aspetti analizzati nel corso della ricerca etnografica che ha avuto come epicentro il paese di Costa de Lavos. Attraverso il racconto delle storie passate e l’analisi del recente contatto con esponenti del sapere scientifico, la tesi si propone di analizzare l’interazione tra l’ecosistema e la comunità di pescatori praticanti l’Arte-Xávega, e di approfondire la relazione creatasi tra quest’ultimi e i ricercatori. Inoltre, l’interesse esercitato dall’Arte-Xávega su biologi marini e antropologi ha permesso di osservare le dinamiche di collaborazione tra discipline differenti, nell’investigare l’una il pesce l’altra il pescatore.