Abstract:
Il Mar Cinese Meridionale (SCS) contiene una delle rotte marittime più trafficate per il commercio globale, è una delle aree più ricche in termini di risorse ed ha una posizione strategica, pertanto è una delle aree più contestate a livello mondiale in termini di sovranità marittima.
Attualmente, il SCS è una delle principali preoccupazioni nella comunità internazionale a causa del suo rapido processo di militarizzazione e internazionalizzazione. Le Filippine sono una buona rappresentazione delle sfide con cui si stanno confrontando gli Stati del Sudest Asiatico: il comportamento assertivo ed espansionista della Cina. Nessuno di questi Stati è in grado di competere con la superiorità della Cina in termini economici, politici e militari. Le sfide riguardano la sovranità marittima indiscutibile della Cina su gran parte del SCS, basata sulla sua "linea delle nove tratte", che abbraccia l'intera area ignorando i diritti e le pretese degli altri Stati e sulle sue "ragioni storiche". Questa linea controversa è in contrasto con le disposizioni dell'UNCLOS, che regolamenta i diritti e gli obblighi in mare e stabilisce i limiti delle diverse zone marittime. Le Filippine, per far valere i propri diritti, hanno ricorso al diritto internazionale avviando un arbitrato contro la Cina e nel frattempo hanno rafforzato i legami militari con gli Stati Uniti, il loro più grande alleato su cui dipende la loro sicurezza. Il legame tra gli Stati Uniti e le Filippine è peculiare, un legame di ammirazione-sottomissione, essendo state le Filippine la prima violenta conquista coloniale all'estero degli Stati Uniti. Tuttavia, gli Stati Uniti rappresentano il miglior strumento deterrente per le Filippine contro la Cina ed una prima necessità, dato che la vittoria legale delle Filippine non è mai stata implementata né accettata dalla Cina. Questa duplice strategia nella politica estera delle Filippine si è dimostrata fondamentale, poiché la geopolitica prevale sul diritto internazionale.