Abstract:
L’oggetto della ricerca è studiare il Brasile, “creato” secondo gli interessi di settori sociali dominanti, arretrati (oligarchia latifondista e i suoi alleati). Si analizzerà la mutazione degli interessi delle classi egemoni, dalla colonizzazione in poi, e relative conseguenze.
Si esaminerà il processo di Nation Building del Brasile, cogliendo il cambiamento d’immagine internazionale del Paese prodotta dalla Presidenza del Governo Lula. Si osserverà come la qualità di vita di un ampio spettro di persone sia migliorata attraverso le politiche sociali e queste ultime siano un investimento a lungo termine per garantire un benessere maggiore per la Nazione.
L’obiettivo della tesi è di dimostrare, con l’esempio del Brasile, che il cosiddetto Terzo Mondo può uscire dalla miseria che lo attanaglia. Il Brasile, ricco in materie prime, risorse naturali e umane, riveste importanza per l’Europa per un duplice motivo: fa parte delle economie emergenti del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), ed è fra i Paesi leader del Sudamerica.
La tesi si sviluppa in tre capitoli:
1) Una ricerca per conoscere il processo di Nation Building del Paese: ripercorrere il percorso storico brasiliano, dalla cosiddetta “scoperta dell’America” fino al processo di democratizzazione iniziatosi alla fine della dittatura militare del ’64-’85, consentirà di capire la problematica della dipendenza strutturale del Brasile e conseguentemente ricostruire come il Paese apparisse agli occhi di tutto il Mondo.
2) Un’analisi delle politiche pubbliche adottate in epoca contemporanea. Senza rovesciare gli equilibri del sistema, il Presidente Lula raggiunge i suoi obiettivi primari: la “lotta alla fame” e un “Brasile, paese di tutti”.
Si può costatare che con gli ultimi due governi c’è un forte tentativo di tutela verso le fasce più deboli della società (indigeni, afro-brasiliani, donne, indigenti) con particolare riguardo alla salute ed alla educazione dei minori.
3) Una ricerca su articoli della stampa europea, specialmente di Italia, Francia, Spagna e Gran Bretagna. Questa analisi consentirà di capire com’è cambiata l’ottica europea nei confronti del Brasile e quale sia l’immagine di cui gode questo “nuovo Paese”.
Durante il primo decennio del XXI sec. i notiziari europei hanno parlato sempre più frequentemente del Brasile: l’Europa temeva, che con l’elezione a Presidente dell’ex-sindacalista Lula il Brasile potesse assumere posizioni estremiste. Al contrario, Lula si è dimostrato non solo democratico e moderato nei rapporti internazionali, ma ha anche guidato il Paese cercando di appianare le differenze economiche. Sommato tutto questo al boom economico, i media di tutto il mondo hanno rispolverato vecchi titoli e slogan come “Il gigante si è svegliato” “Il paese del futuro” “Il miracolo Brasiliano”.
Il fenomeno del Brasile ci permette di capire la relazione esistente tra la massa ed i suoi leader. In un passato anche recente il Brasile era famoso per estesissime favelas e ricchezza esclusiva di pochissimi fortunati (calciatori e modelle); adesso è un interlocutore internazionale nel campo tecnologico, scientifico, economico e dei Diritti Umani. In effetti, soltanto con la partecipazione del popolo, investito di responsabilità verso il proprio Paese, è possibile fare tutti quei progressi che permettono lo sviluppo nazionale. Perciò si dimostrerà che è possibile uscire da vecchi stereotipi se esiste la volontà politica per un progetto di cambiamento sociale sostenibile.
A conclusione, si proverà come le nuove politiche pubbliche del Brasile si possano considerare come l’esempio di una visione innovativa in cui crescita economica e redistribuzione della ricchezza sono fra loro complementari.