Abstract:
Questo elaborato costituisce un’analisi delle istanze di diritto avanzate dalle comunità musulmane in Italia e della loro soddisfazione o rigetto da parte dell’ordinamento giuridico e della giurisprudenza italiana. Preliminare a questa ricerca sarà l’individuazione degli spazi e dei limiti di dialogo tra i due ordinamenti nelle fonti giuridiche internazionali, universali e regionali, - applicando dunque il filtro dei diritti umani – e poi nazionali riguardanti la libertà di religione e una riflessione sul significato e sulla natura dei diritti umani, e del diritto alla libertà religiosa, in ambito islamico. Delineati due strumenti di dialogo tra diritto musulmano e ordinamento italiano, il diritto internazionale privato e l’intesa con la Repubblica italiana ex art. 8 c. 3 della Costituzione, si approfondirà lo strumento dell’accordo attraverso l’analisi delle bozze di intesa presentate dall’U.C.O.I.I. (1992), dall’A.M.I. (1994) e dalla Co.Re.Is (1996) e la definizione del ruolo della Consulta per l’Islam italiano (2005). Quindi si inizierà l’analisi delle criticità nell’applicazione del diritto musulmano in Italia con riscontro nella giurisprudenza. In particolare si analizzeranno istituti relativi al diritto di famiglia (poligamia, divorzio, kafala) e relativi alla manifestazione della fede (abbigliamento religioso, festività, scuola e educazione, zakāt e apostasia). Lo scopo dell’elaborato è rilevare ed evidenziare l’orientamento del legislatore e del giudice italiano nei confronti di queste richieste di dialogo, anche confrontandolo con le tendenze europee.