Abstract:
Il presente lavoro vuole restituire l'intelligibilità e l'incontraddittorietà della creazione, in particolare contestando le obiezioni mosse dalla filosofia di Emanuele Severino. La questione in oggetto è l'eternità dell'essente in relazione alla creazione. Dapprima ci concentreremo sulle premesse teoretiche essenziali del discorso metafisico sulla creazione - il riferimento centrale è al pensiero greco classico. Nel fare questo ci confronteremo anche con alcune delle possibili obiezioni che, rispetto ai fondamenti della logica classica, sono state avanzate dal pensiero moderno e contemporaneo. In seguito ripercorreremo l'originaria problematica del "Divenire" e il modo in cui essa orienti il discorso metafisico alla trascendenza: dapprima ripercorrendo il tema classico per poi, attraverso Tommaso d'Aquino, giungere sino alla Protologia bontadiniana. Infine, ci confronteremo con le obiezioni avanzate da Emanuele Severino mostrando come la creazione, adeguatamente intesa, non mostri alcun nichilismo. Nel far ciò presenteremo la visione anagogica di Padre Giuseppe Barzaghi come un possibile oltrepassamento dell'antinomia tra la prospettiva neo-classica e quella del filosofo bresciano. Durante questo iter speculativo non mancheremo di confrontarci in particolare con due interlocutori fondamentali, Hegel e Gentile, che hanno segnato profondamente la riflessione teoretica dei filosofi contemporanei da noi considerati.