Abstract:
Le prime pratiche di Audit risalgono al lontano 2000 A.C. circa nelle regioni mesopotamiche, attività che dal secolo scorso è divenuta centrale e sistematica all’interno delle organizzazioni private e che solamente negli ultimi decenni sta trovando spazio, con difficoltà, all’interno degli enti pubblici.
È da attribuire alla New Public Management l’introduzione di tali concetti nelle amministrazioni pubbliche ed a rendere rilevante la programmazione di indicatori di performance, essi consentono sia di verificarne i risultati a posteriori, sia di fornire stimoli per una loro gestione che corrispondano alle esigenze/obiettivi della macchina amministrativa. Negli ultimi anni, le crisi economiche e quella sviluppatasi a seguito della pandemia da Covid-19, hanno introdotto concetti quali la resilienza che ha portato le organizzazioni pubbliche ad avere un atteggiamento più attento al cosiddetto risk management, con il fine di assumere decisioni più consapevoli, considerando anche contemporaneamente sia i rischi che le opportunità insite nel raggiungimento degli obiettivi “aziendali” di breve, medio e lungo periodo.
Settore di avanguardia in quest’ambito, è quello dei fondi europei, il quale è oggetto dell’elaborato. Pertanto è stato trattato il processo di spesa e controllo dei fondi strutturali, in particolare del Fondo Sociale Europeo nella Regione del Veneto. Un controllo che ha uno stabile impianto sia di tipo aziendale che manageriale (Di i cui aspetti principali sono: la Visione aziendale della Pubblica Amministrazione; il Controllo focalizzato sui processi e orientamento ai risultati; la Maggiore dinamicità e più sperimentazione “sui comportamenti”; l’Ambiente fortemente dinamico; il Focus sui risultati; gli Indicatori di economicità; Amministrazione e politica che cooperano insieme; l’incentivazione dei Incentivare i dipendenti alla responsabilità). Ma è l’impianto appena descritto che si deve sviluppare al fine di raggiungere quello scopo non meramente economico dell’Audit, quindi quel controllo non volto solamente alla responsabilità della spesa, bensì un controllo di risultato.
Quest’ultimo deve essere necessariamente anticipato da una gestione di risultato. I nuovi strumenti finanziari, quali il PNRR ed il nuovo Quadro Finanziario Pluriennale, anticipano novità in tal senso, ma ancora lasciano all’interpretazione e la valutazione politica i risultati. Ne consegue un controllo che non riesce ad assolvere a pieno la sua funzione di efficientamento della spesa. Il risultato è pertanto una spesa dei fondi efficacemente controllata dalle Autorità di Audit (rispondendo al quesito “La spesa è conforme alla normativa?”), ma che non risponde al quesito politico più importante: “Il risultato delle policies è stato raggiunto?”.
In sintesi, l’attuale modello prevede una spesa basata principalmente sull’assorbimento dei fondi mettendo in secondo piano il raggiungimento degli obiettivi, anche se sono stati diversi i tentativi in tal senso previsti all’interno dei dispositivi attuali, esempi sono i tre modelli introdotti: CEA; riserva di efficacia dell’attuazione; Modelli di finanziamento basati sulla performance. Tuttavia è risultato finora scarso l’interesse e l’impiego di energie da parte degli stati membri (solamente l’Austria difatti ha sperimentato il modello del “finanziamento non collegato ai costi” - FNLTC - per un progetto). Quest’ultimo strumento è divenuto obbligatorio nel dispositivo di ripresa e resilienza, si tratta pertanto di attendere l’attuazione del modello e soprattutto aver il coraggio amministrativo e politico di strutturare un Si.Ge.Co (Sistema di Gestione e Controllo) tempestivo e al tempo stesso volto alla reale verifica degli indicatori.