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Il concetto di accessibilità nasce nell’ambito del design con l’obiettivo di dare la possibilità a chiunque di fruire con facilità di un dispositivo, di un servizio, di una risorsa o di un ambiente. A partire dall’ICF, International Classification of Functioning, Disability and Health, con l’introduzione del modello bio-psico-sociale, hanno avuto origine varie iniziative con l’obiettivo di abbattere più barriere possibili, non solo da un punto di vista architettonico, ma anche linguistico. Se, quindi, un primo target di persone è stato quello con disabilità fisiche, si sta iniziando solo ora a tenere in considerazione anche quelle che, invece, presentano una disabilità invisibile.
Il presente elaborato si apre riportando una panoramica sull’accessibilità, messa a confronto con la diffusa presenza del burocratese, e su alcune delle attività messe in atto per la sua concreta diffusione. A seguire, vengono presentate alcune delle popolazioni con disabilità invisibili, nello specifico quelle con sordità, disturbi di linguaggio e disturbi dell’apprendimento. Vengono riportate, inoltre, le maggiori difficoltà da loro riscontrate nella lettura di un testo scritto e i criteri linguistici e sintattici utili alla sua semplificazione. Segue poi un capitolo dedicato all’analisi, effettuata tramite gli indici Gulpease e READ-IT, del piano di marketing utilizzato dalle agenzie RE/MAX Italiane, con lo scopo di individuarne il grado di accessibilità e le caratteristiche del testo più complesse per le popolazioni precedentemente citate. Infine, viene proposto un esempio di semplificazione del materiale esaminato per poter offrire una versione più accessibile. |
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