Abstract:
Il perimetro urbano di Puerto Madryn riempie parte del confine nordorientale della Patagonia, intersecandosi alla vastità di una steppa color pastello che racchiude in sé stessa una densa mescolanza di microcosmi vegetali nativi: fili costitutivi del tessuto storico, ambientale e sociale del territorio. Questo racconto etnografico si è generato dall’ascolto del vegetale e di chi lo sa leggere e interpretare: la condivisione della quotidianità con parte della comunità mapuche-tehuelche della città si è mescolata al tempo trascorso insieme ad abitanti di origine argentina ed europea, fiorendo in un intreccio co-creativo di narrazioni verbali e fotografie plurisensoriali, raccolte in questo elaborato con l’obiettivo di valorizzare il ritmo lento e quotidiano della convivenza dialogica tra mondo vegetale e umano. Germogliando da questo legame, il potere curativo delle piante si posiziona al cuore di un’interrelazione multispecie, fiorendo in prodotti impregnati di valori storici, sensoriali e relazionali. In un luogo dove la storia coloniale plasma da secoli la separazione tra umano e vegetale, la seguente riflessione dimostra le possibilità di una convivenza interspecifica e collaborativa, conferendo nuova luce a un territorio che sembra considerare il nativo umano e vegetale come uno spettro insignificante in una contemporaneità orientata al progresso industriale e turistico.