Abstract:
La presente tesi analizza la posizione della lingua russa nella società e, soprattutto, nella letteratura ucraina contemporanea, concentrandosi in particolare sull’autoidentificazione degli autori russofoni e sulle strategie letterarie e editoriali da loro attuate nel corso degli ultimi tre decenni. Dopo un prospetto generale della questione, con una particolare attenzione al dibattito accademico a riguardo, viene considerato il caso sotto molti profili emblematico dello scrittore di Donec'k Vladimir/Volodymyr Rafeenko. Attraverso un approfondimento del percorso personale e professionale dell'autore, vengono messi in luce i mutamenti identitari che lo hanno interessato in seguito allo scoppio della guerra in Donbas, nonché il modo in cui tali mutamenti si riflettono nei suoi scritti e nel suo posizionamento editoriale. Dopo una rapida presentazione di alcuni testi in prosa dell'autore, viene analizzato nello specifico il suo ultimo romanzo in russo, Dolgota Dnej (La lunghezza dei giorni, 2017), che tratta della guerra a Donec’k – nel romanzo “città Z” – tanto con racconti di impianto realistico quanto tramite la trasfigurazione fantastica dei fatti narrati. Vengono inoltre proposti in traduzione italiana il racconto Natjurmorty voynj (Nature morte di guerra) e un estratto dell’ultimo capitolo del romanzo, nei quali l’autore fornisce una rappresentazione letteraria della sua peculiare visione dell’identità ucraina e di una possibile risoluzione dei conflitti interni al Paese.