Abstract:
La problematica affrontata nella tesi si inserisce nell’ambito della behavioral corporate finance, cioè quel ramo della finanza comportamentale che studia come determinati meccanismi psicologici dei manager possono influire anche negativamente sul loro processo decisionale e quindi sui risultati dell’azienda.
Nello specifico la tesi si sofferma sulle decisioni relative a fusioni ed acquisizioni ed analizza l’impatto di un particolare tipo di distorsione comportamentale, l’overconfidence, su queste operazioni aziendali.
L’overconfidence, ossia un’eccessiva sicurezza di sé e delle proprie capacità, porta infatti i manager a sovrastimare il valore che possono estrarre da un’acquisizione; potrebbe dunque essere una spiegazione ad un’accentuata attività di M&A da parte dei manager che vanno ad intraprendere anche fusioni che non si rivelano profittevoli per l’azienda.
Prendendo spunto da uno studio effettuato su imprese americane, lo scopo della tesi è dunque verificare che la probabilità di intraprendere acquisizioni da parte dei manager cd. overconfident è maggiore rispetto a quella dei loro colleghi razionali; a tal fine è stato osservato un campione di imprese europee, utilizzando come misura empirica dell’overconfidence le decisioni dei manager sul proprio portfolio personale, in particolare l’esercizio delle stock options aziendali da loro detenute.