Abstract:
ll presente lavoro ricerca le connessioni tra la crisi della democrazia, l'aumento delle disuguaglianze e lo sviluppo tecnologico. Ciò che si vuole sostenere è la necessità di ricondurre la rivoluzione tecnologica alla domanda di senso: per quale fine? Lo sviluppo tecnologico non ha seguito un processo deregolamentato, quanto piuttosto privo di una vera finalità sociale, necessaria allo sviluppo di sane comunità democratiche. Di conseguenza, i recenti traguardi della tecnica sono spesso correlati a un indebolimento della democrazia e alla creazione di enormi squilibri di potere: si cerca di evidenziare che il nesso tra uguaglianza e democrazia è vitale ai fini del mantenimento della stessa. Per donare una nuova linfa vitale alla democrazia, la domanda di senso dovrebbe allora guidare pratiche che pongano in primo piano l’uguaglianza, che ridiano potere a tutti i cittadini e istituiscano comunità democratiche.
Punto di partenza della ricerca è la crisi della democrazia occidentale; pertanto si cerca di riassumere i motivi sociali ed economici scatenanti la crisi, nell’ottica di un necessario ripensamento di istituzioni e processi democratici. Successivamente, si affrontano le ripercussioni del fenomeno digitale sulla crisi della democrazia e i conseguenti squilibri sociali, per poi approdare a un'analisi di carattere antropologico-filosofico sul rapporto uomo-elemento tecnologico; tale rapporto è fondamentale per determinare gli sviluppi di entrambi. In terzo luogo viene preso in esame il tema dell'ingegneria genetica, nel tentativo di mettere in luce le conseguenze sulla democrazia dei possibili sviluppi tecnologici presenti e futuri. Infine, si cerca di evidenziare le potenzialità positive della tecnologia rispetto alla democrazia.