Abstract:
L’elaborato intende focalizzarsi sulla figura di Tommaso Stigliani, passato alla storia come uno dei maggiori esponenti dell’anti-marinismo, le cui rime, tuttavia, non hanno mai conosciuto un’edizione critica né sono state oggetto di studi specifici se non in relazione ad altre finalità. L’interesse sarà rivolto all’esame formale e contenutistico del Canzoniero (1623), l’ultima e definitiva raccolta di rime dello Stigliani, allo scopo di fornire una rivalutazione dell’autore e ricercare una definizione quanto più precisa dei suoi ideali stilistici. Attraverso l’analisi programmatica delle liriche stiglianesche si metteranno in evidenza la tendenza del poeta a far dialogare innovazione e tradizione, nel tentativo di superare il rigorismo petrarchesco rinascimentale; e il suo contributo, sull’onda delle innovazione tassiane, nella costituzione di quella maniera che noi oggi riconosciamo come poesia barocca. All’interno del Canzoniero particolare attenzione verrà poi data ai contraddittori “componimenti alla poetastrica”, promotori di una vivace critica, attraverso l’espediente parodico, del dilagante ed esasperato stile secentista (la via «distorta»), ormai autonomo e indipendente, nel quale il poeta non si riconosceva più, nonostante avesse posto egli stesso le fondamenta per la sua formazione.